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NAPOLI – Ad un calcio giocato solo sui tavoli degli incontri tra le nazioni europee (con l’accordo sottoscritto all’unanimità per il rinvio della competizione al 2021), tra i massimi dirigenti delle società italiane (anche se l’incontro previsto per il 23 p.v. è stato traslato a data da destinarsi), tra sindacati e legislatori per determinare entità dei compensi ( da ridurre, secondo alcuni, per mancato lavoro, da lasciare congelati per desiderio dei calciatori…), gli interpreti principali delle scorpacciate televisive, radiofoniche e dagli spalti, rispondono con video girati in casa, cercando di rendersi utili come passatempo per i tifosi, così come per i cittadini non amanti del calcio, relegati tra le mura amiche, per questa volta quelle di casa e non dello stadio: chi si mostra , ovviamente nel proprio domicilio, alle prese con particolari sedute di allenamento, quali quelle di Mertens impegnato con dei pesi particolari ( il barilotto di vino…) o in veste di cantante, come il capitano Insigne, oppure da fromboliere , impegnandosi Luperto in gara di palleggi con la pallina da tennis, e c’è chi invece lascia spazio alla propria consorte, Marta Ponsati, compagna di Callejon, interprete, con alcune sue pesanti dichiarazioni, della situazione che vive la famiglia, sia essa di calciatore affermato e stimato quale è lo spagnolo, o di semplice abitante della città partenopea: “ Trovo scandaloso che io e la mia famiglia, come tante altre famiglie, siamo senza uscire di casa da una settimana. Le mie figlie non vedono l’ora di fare una corsa nel parco, prendere il sole. Vado al supermercato mezz’ora per comprare le cose di cui abbiamo bisogno e incontro persone anziane che vanno in giro come se fosse niente. Noi lo facciamo per voi, in modo da non riempire gli ospedali, ed a voi non vi frega un ca**o”. Uno sfogo da condividere in toto, non in quanto proveniente dalla voce di un nucleo legato al team partenopeo, ma perché significativo dell’impegno profuso da tanti e “soffocato” da pochi incoscienti, insensibili, per niente altruisti, ma sordi non a delle imposizioni giustissime invocate da organi superiori, bensì ai continui richiami della stessa popolazione, di cui fanno parte, a non valicare l’uscio di casa per salvaguardare se stessi e gli altri. Che poi l’esplosione verbale, anche leggermente inasprita dalla parolaccia, provenga da una persona di altra nazionalità, ormai integratasi perfettamente sul territorio, nonostante conosca pregi e difetti di questa popolazione, assume anche il significato di una figuraccia esportata, questa volta a ragione, amplificando le maldicenze sui napoletani, trascinando in questo vortice negativo la maggioranza , silenziosa, obbediente, generosa, comprensiva, che aveva manifestato in occasione dell’ultima uscita al S. Paolo, la vicinanza al popolo lombardo, coinvolto più degli altri nella diffusione del virus, spesso letale, con uno striscione che recitava: “  Nelle tragedie non c’è rivalità, uniti contro il Covid-19”

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