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I numeri definitivi in Irpinia: 16.921 votanti totali, per 16.793 voti validi. Le percentuali aggregate per i singoli candidati in provincia: Orlando 2912 voti pari al 17%; Emiliano 1284 voti pari al 8%; Renzi 75% per 12.597 voti. Scattano cinque delegati all’assemblea nazionale per la mozione Renzi: D’Amelio, De Luca, Gaeta, Maffei, Iovino. Uno per la mozione Orlando: Iacobelli.

 

Sono stati aperti i 552 seggi per le elezioni primarie del Partito Democratico in Campania. I seggi sono 138 a Napoli e provincia, di cui 34 nel capoluogo, mentre nelle altre province sono così divisi: 146 a Salerno, 105 ad Avellino, 94 a Caserta, 69 a Benevento. L’attenzione in Campania è massima, visti gli scandali che hanno caratterizzato i dem nelle ultime cosultazioni a partire dal caso delle monete da due euro distribuite ai seggi durante le primarie per le amministrative a Napoli, fino ai candidati a loro insaputa e al caos tesseramento in diverse città a febbraio. Anche per questo il Pd nazionale ha inviato in Campania il parlamentare Ernesto Carbone come osservatore. Alle ultime primarie nazionali del Pd in Campania, nel 2013, i votanti erano stati 193.318, di cui 192.463 voti validi. Renzi aveva ottenuto il 67,55% di preferenze, Cuperlo il 18,21% e Civati il 14,24%

E’ forse il seggio più rappresentativo in città, perché allestito nella sede provinciale del partito, in via Toledo 106, nel cuore di Napoli.
    Ma qui il Pd non dispone di una targa all’esterno dell’edificio che lo ospita, e per di più di domenica il palazzo è senza portiere: un volontario quindi alle 11 affigge all’ingresso, per guidare i votanti, un foglio con la scritta a pennarello rosso “Seggio primarie quarto piano scala A citofonare 21”.
    E’ solo un esempio delle difficoltà logistiche che i militanti del partito cercano di superare in questa domenica di primarie. Nel seggio di via Toledo è in azione un solo addetto, davanti al quale si è formata una fila di una dozzina di persone. Le operazioni vanno un tantino a rilento perché alcuni si sono presentati al seggio sbagliato e vanno reindirizzati, oppure per i cosiddetti ‘fuorisede’ che si sono registrati on line. Tra i votanti soprattutto militanti ‘storici’, ma non mancano i giovani.
   

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