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NAPOLI – Fuochi d’artificio e canzoni neomelodiche, una festa come quelle per i santi del paese. E’ stata un’accoglienza con tutti i crismi dovuti per i personaggi di rango quella di giovedì sera a Pozzuoli (Napoli), nel quartiere Monteruscello, per Silvio De Luca, 41 anni, conosciuto come «Silviotto ‘o nanettò» e Giovanni Illiano, 48, soprannominato «fasulillo» (“fagiolino”). Due boss appena scarcerati. Il condominio del rione di case popolari dei «600 alloggi», una delle piazze di spaccio della zona, si è mobilitato con fuochi di artificio, fiumi di champagne e l’esibizione di un cantante neo-melodico, Anthony, popolare nell’ambiente anche come autore di canzoni, per celebrare il ritorno dal carcere dei due boss. Canzoni dedicate a tutti i detenuti ancora in carcere. Una delle canzoni neo-melodiche più applaudite sarebbe stata dedicata ad un latitante soprannominato «’O fantasma». Almeno un centinaio di persone hanno preso parte alla festa. Il tutto è stato organizzato senza autorizzazioni comunali ed in spregio all’ordinanza di divieto di fuochi d’artificio emessa dal sindaco di Pozzuoli. I due sono legati al clan Beneduce-Longobardi ed hanno scontato 10 anni di pena De Luca, ed 8 anni Illiano, entrambi per estorsione. Illiano era scampato ad un agguato proprio nel rione dei «600 alloggi».
Sull’ accaduto – che ha destato notevole clamore nella città flegrea – sono in corso le indagini dei Carabinieri, che hanno già ascoltato i primi testimoni.
Unanime la condanna delle istituzioni e della società civile per l’accaduto. «Pozzuoli non è una città di camorra e provo disprezzo assoluto verso chi ha voluto omaggiare il ritorno dal carcere di membri appartenenti ai clan. Loro, i camorristi, non sono nessuno, non valgono nulla. Rovinano soltanto l’immagine di una terra e di una comunità di gente perbene che lotta ogni sacrosanto secondo per affermare regole, rispetto e legalità», dice il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. «C’è lo Stato, ci sono le istituzioni e le nostre porte sono sempre aperte per ascoltare tutti coloro che si trovano in difficoltà – aggiunge Figliolia – è grave e pericoloso avere come punto di riferimento gente che con la legalità non ha nulla da condividere. Ed è grave ancora di più che non si riesca a capire che in questo modo si distrugge il futuro dei propri figli». Nei giorni scorsi il sindaco – dopo un tavolo in Prefettura per il comitato d’ordine pubblico – aveva chiesto più pattuglie in servizio sul vasto territorio puteolano. «C’è ancora bisogno di lavorare soprattutto con le giovani generazioni», conclude Figliolia, ed annuncia, tramite l’ “Osservatorio sulla legalità», il coinvolgimento di «tutte le realtà del territorio». E un monito arriva anche dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, che nell’omelia di oggi per la giornata dei Defunti, ha parlato dei malavitosi e in genere della criminalità. «Avranno anche le case con i rubinetti di oro ma sono come i topi, sono costretti a vivere nelle fogne per paura, se tutto va bene di fare un bel numero di anni nelle carceri. E quando non va bene si ritrovano al cimitero», ha detto l’arcivescovo. Parole dritte alle coscienze.

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