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Sono 2.716 i nuovi casi di positività al coronavirus rilevati in Campania. Cresce il numero dei contagi che raggiunge quota 92.755 dall’inizio della pandemia. Ammontano a 18 i decessi nelle ultime 24 ore per un totale di 862. Lo rende noto la Regione nel bollettino quotidiano. I tamponi del giorno sono 14.290, con il dato complessivo che sale a 1.153.786. Sono 193 i posti letto di terapia intensiva sui 590 disponibili e 2.061 i letti di degenza piena sui 3.160 a disposizione. Dei 2.716 contagi registrati, 2.304 sono asintomatici e 412 con sintomi. I guariti sono 790 (17.665 totali).

Una lunga ispezione del ministero della Salute nelle strutture covid della Campania, negli uffici delle Asl, una minuziosa indagine sui dati che vengono trasferiti a Roma per appurare se ci siano delle mancanze, delle falle da considerare per poter avere un quadro del tutto aderente alla realtà e decidere. E’ questo il centro dei riflettori in Campania, la regione in bilico tra l’attuale zona gialla e il possibile passaggio a quella arancione. La decisione finale la prenderà il ministro Speranza ma vuole essere sicuro di avere tutti i dati certificati in mano sulla situazione sanitaria e quella delle strutture mediche.

“Riteniamo validi i dati della Campania ma approfondimenti sono in atto per cogliere aspetti che potrebbero completare una analisi che è in corso”, ha spiegato oggi il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. Al momento l’orientamento per la Campania resta quindi quello della zona gialla anche se decisioni diverse potrebbero arrivare con l’ulteriore analisi dei dati acquisiti. I tecnici del ministero per tutto il giorno ieri hanno analizzato la mole dei dati per trovare eventuali deficit e capire come poter recuperare quello che manca ma anche verificare quanti potenziali contatti sono sfuggiti al tracciamento, un numero che potrebbe influenzare la valutazione sull’area di rischio.

Una verifica che arriva il giorno dopo le parole del governatore De Luca: “Chiedo ora al ministro della Salute un confronto di merito e pubblico – aveva detto – sui dati oggettivi del sistema sanitario campano, nell’ambito di una verifica generale e ineludibile dei dati di tutte le regioni d’Italia. E’ indispensabile la più assoluta trasparenza. Non abbiamo da occultare, nulla di nulla”.

Intanto anche ieri ci sono stati momenti di affollamento all’esterno dei pronto soccorso del Cotugno e del Cardarelli, un problema che il direttore generale di quest’ultimo ospedale, Giuseppe Longo, attribuisce anche “alla necessità di riscrivere completamente la rete territoriale della medicina non in Campania ma in tutto il Paese.

L’esperienza dell’epidemia è che mentre l’ospedale rimane il baluardo di garanzia e sicurezza del cittadino, il filtro del territorio in alcuni momenti in particolare non agisce al meglio. Se hai un problema, quindi, vai in ospedale, e parliamo dal mal di gola ai sintomi di più gravi, specialmente di notte e nel fine settimana la domanda aumenta, perché territorio filtra ancora di meno”.

Napoli e Caserta sono le province più colpite dai contagi in una situazione che il sindaco di Napoli Luigi de Magistris definisce “drammatica e molto sottostimata con i dati formali. C’è qualcosa che non va, i conti non tornano. Quindi decidessero rapidamente perché di mezzo c’è la salute dei cittadini”.

Intanto 19 sindaci del Casertano, in particolare di Aversa e dei comuni del suo hinterland agro-aversano), area in cui si registra oltre il 40% dei casi covid nell’intera provincia, chiedono al governo di inviare l’Esercito per effettuare controlli in strada più efficaci, e a Regione e Asl di attuare protocolli “di comunicazione chiari e soprattutto tempestivi”.

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