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Poche ore dopo la firma del contratto d’appalto da duecentomila euro avrebbe riscosso la tangente pattuita, del cinque per cento, e poco conta se i lavori in questione servivano per adeguare una scuola all’emergenza covid facilitando così il rientro in classe dal 7 gennaio. Quando è stato bloccato a bordo dell’auto sulla quale viaggiava, è stato trovato in possesso di 10.000 euro. La «prova regina» secondo gli uomini del gruppo e della compagnia della Guardia di Finanza di Torre Annunziata (Napoli) della colpevolezza di Nunzio Ariano, ingegnere e dirigente dell’ufficio Tecnico del Comune, finito in carcere con l’accusa di corruzione nell’ambito di un’indagine sui lavori di adeguamento strutturale in un istituto comprensivo della città.

Lavori che, come spiega il sindaco della città vesuviana, Vincenzo Ascione, sono già stati ultimati: «Perché – sottolinea il primo cittadino – affidati con procedura d’urgenza, in quanto c’era la necessità di ultimare le opere il prima possibile. Non ho chiaro ancora quali siano i lavori finiti al centro dell’inchiesta, ma comunque tutti quelli finanziati con i fondi ministeriali, come ritengo siano quelli finiti all’attenzione della Guardia di Finanza, sono stati ultimati e solo successivamente si è avuta la stipula del contratto».

Contratto che nel caso specifico è stato siglato lunedì poche ore prima che un rappresentante della ditta incaricata e Ariano si incontrassero per definire quello che gli inquirenti ritengono sia stato il passaggio della tangente precedentemente concordata. Un appuntamento al quale si sono fatti trovare anche i finanzieri, che una volta avvenuto lo scambio di denaro hanno bloccato l’auto sulla quale viaggiava Ariano e trovato la «bustarella».

Ariano è ora rinchiuso nel carcere napoletano di Poggioreale, dove attende l’udienza di convalida dell’arresto, tra domani e dopodomani alla presenza del suo legale, l’avvocato Francesco De Gregorio. Insieme al dirigente dell’ufficio Tecnico del Comune di Torre Annunziata, risulta indagato a piede libero anche il rappresentante legale della ditta che si è aggiudicata l’appalto da 200.000 euro per i lavori. «Dal punto di vista umano – prosegue il sindaco Ascione – mi dispiace per lui e la sua famiglia. Ma sono anche molto amareggiato e indignato per quello che è accaduto. Spero vivamente che il dirigente dell’Utc sappia difendersi dalle gravi accuse che gli vengono mosse. Le indagini sono ancora in corso: saranno gli inquirenti a fare chiarezza sulla vicenda e stabilire se è stato commesso o meno un reato. Resto fiducioso nell’operato di magistratura e forze dell’ordine».

Dopo l’arresto, la Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni mirate in casa, nell’ufficio e nello studio privato dell’ingegnere. A Torre Annunziata intanto ricordano un altro episodio che ha visto coinvolto il dirigente dell’ufficio Tecnico comunale: Ariano infatti era già finito nel 2015 in un’inchiesta, per la quale è tuttora a processo con l’accusa di abuso d’ufficio insieme ad altri sette imputati, in relazione al rilascio di licenze edilizie.

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