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Ritorneranno tra i banchi il 24 novembre gli studenti campani. A darne notizia l’unità di crisi della Campania che ha stabilito che dal 24 novembre riprenderanno in presenza le scuole dell’infanzia e delle prime classi della primaria, previa effettuazione di screening su base volontaria sul personale docente e non docente e sugli alunni, mentre tutti gli altri studenti rimarranno a casa con la didattica a distanza.

Resta molto variegato il quadro delle aperture e delle chiusure scuole in Italia: nelle regioni ‘rossè – Calabria, Lombardia, Piemonte, Campania, Valle d’Aosta, Bolzano Toscana – la scuola è in presenza fino alla prima media, a distanza dalla seconda media ma come si diceva in Campania tutti gli studenti sono a casa da settimane e in molti comuni i sindaci con ordinanze dispongono via via chiusure: Complessivamente nella penisola sono a casa 4 dei circa 8 milioni di studenti italiani. Intanto, non si fermano le proteste di famiglie e studenti.

«Capisco la voglia di tornare in classe di tutti quei ragazzi e ragazze che ieri hanno deciso di manifestare, dando vita al movimento #SchoolsForFuture e altre iniziative analoghe. A loro dico che stiamo lavorando per questo. Lavoriamo per evitare che siano gli studenti a pagare conseguenze troppo alte a causa di questa emergenza. Possiamo farcela, collaborando fra Istituzioni», dice loro la ministra Lucia Azzolina, che cita il caso di Palermo: «con il dialogo e il reciproco impegno abbiamo evitato la chiusura delle scuole.

Questo è fare politica. Questo è avere senso dello Stato e pensare al bene dei nostri ragazzi». E ricorda che secondo il Comitato tecnico scientifico i ragazzi più giovani si contagiano meno degli adulti mentre per gli adolescenti una chiusura prolungata delle scuole rischia di avere conseguenze psicologiche anche molto serie, in particolare nelle fasce più deboli della popolazione.

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