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NAPOLI- L’obiettivo degli inquirenti è fare luce sul maxi appalto da 18 milioni di euro necessari per la realizzazione dei Covid Center in Campania. Un intervento d’impatto per potenziare le strutture sanitarie, dettato dall’emergenza coronavirus e dalla paura che gli ospedali esistenti, a causa di carenze strutturali, non avrebbero potuto reggere un’onda d’urto fortissima qualora si fossero replicate le stesse condizioni verificatesi negli ospedali del Nord nei mesi terribili della pandemia.

La Procura di Napoli, con il pm Mariella Di Mauro e il procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, ha acceso i riflettori sulle decisioni di quei giorni, a metà dello scorso mese di marzo. Fascicolo aperto con ipotesi di reato di turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture. Ieri il primo colpo di scena: indagato il manager dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, al quale è stato anche sequestrato il cellulare. Nella giornata di ieri la notizia di altri coinvolgimenti nell’inchiesta. Si tratta del consigliere regionale della Campania Luca Cascone e del presidente della Soresa, la centrale per gli acquisti in sanità della Regione, Corrado Cuccurullo, entrambi indagati.

A Cuccurullo è stato sequestrato il computer di servizio in Soresa dai cui uffici sono stati prelevati anche altri pc. Per quanto riguarda Cascone il sequestro ha riguardato il pc ed il telefono. Perquisiti dai carabinieri, che hanno operato su delega della Procura, la sua abitazione e l’ufficio in Regione. Tre i Covid Center previsti in Campania, quello dell’Ospedale del mare nel quartiere di Ponticelli, con 72 posti già pronti su un totale previsto di 120, e quelli di Caserta e Salerno, che devono entrare in funzione, con una capacità rispettiva di 24 posti letto. Le immagini dell’arrivo dei 57 camion a Ponticelli diventarono virali con la gente che dai balconi applaudiva all’arrivo dei mezzi pesanti partiti da Padova con a bordo i moduli per la realizzazione dell’ospeda – le ‘dedicatò per il coronavirus.

Cascone, in un post su Facebook, dopo l’acquisizione di documenti che lo aveva riguardato due giorni fa, aveva sottolineato che questa sarà comunque l’occasione «migliore per spiegare nell’unica sede competente i miei comportamenti in quei giorni così complicati per la Campania e l’Italia e anche per dimostrare il supporto fattivo offerto lontano dai riflettori». Con la manifestazione della «fiducia assoluta che tutto si chiarirà al più presto: io sono una persona perbene». Sulla vicenda interviene anche la candidata del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale della Campania Valeria Ciarambino: “A prescindere dagli esiti delle indagini, l’inchiesta sugli appalti per i tre Covid center accendono i riflettori su un sistema, tutto campano, di gestione della cosa pubblica che calpesta ogni principio di trasparenza e di merito. Un sistema che rende possibile il caso, unico in Italia, di un consigliere regionale, braccio destro del governatore della Campania che, autonominandosi “volontario”, senza essere legittimato, prende contatti con i fornitori e fa da tramite tra le aziende e la società regionale per appalti milionari nel settore sanità.

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