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NAPOLI – «Sulla Napoli-Bari abbiamo un nuovo commissario e dieci lotti, guardiamo agli interventi strutturali sulle ferrovie e abbiamo avuto un rapporto di collaborazione straordinario con le Ferrovie dello Stato, ottenendo anche il consenso dei territori e delle amministrazioni locali in un Paese che muore di polemiche e contenziosi».

Così Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, esprime la soddisfazione per il cammino rapido dei lavoro dell’alta velocità e alta capacità Napoli-Bari che da dicembre 2023 sarà percorribile già in 2 ore e 40′ e dal 2027 raggiungerà la conclusione delle opere e il percorso sarà da due ore.

L’opera ha un costo sui sei lotti su otto già assegnati da 5.870 milioni di euro, già finanziati, di cui un miliardo e 181 milioni per le imprese coinvolte (subappaltatori e forniture) e 4 miliardi e 370 milioni per le risorse umane dirette e indirette. Il programma di realizzazione della nuova linea Napoli – Bari è ripartito in 9 sotto progetti di cui, la tratta Cervaro-Bovino, è stata attivata a giugno 2017.

Oltre agli interventi sull’infrastruttura ferroviaria, sono previsti importanti interventi di potenziamento delle stazioni di Napoli e Bari, che prevedono la riorganizzazione degli itinerari e l’adozione delle tecnologie più moderne per la gestione del traffico: Apparati Centrali Computerizzati (ACC) e Apparati Centrali Computerizzati Multistazione (ACCM).

L’obiettivo è la riduzione dei tempi e l’incremento della capacità da 4 a 10 treni ogni ora grazie al raddoppio in corso. Chiaramente oltre al traffico passeggeri c’è in primo piano l’unire la rotta balcanica con il Tirreno grazie all’adeguamento prestazionale per consentire il transito di treni merci di lunghezza fino a 750 metri e in grado di trasportare container high-cube e semirimorchi senza limitazioni di peso assiale.

«Lavoriamo in tutto il mondo – ha spiegato Pietro Salini ad del Gruppo Webuild che sta realizzando l’opera – abbiamo fatto il Canale di Panama, tante metropolitane, quasi tutta l’alta velocità italiana. Siamo ora qui per accelerare questo opere e fare come con il ponte di Genova, opere pubbliche in modo trasparente e condiviso con la popolazione».

De Luca ha anche sottolineato che «abbiamo fatto anche opere compensative – ha detto – nei territori su cui lavoravamo, stanziando 50 milioni noi e 20 le Ferrovie. Ora stiamo mettendo a punto i dettagli perché in Italia la palude burocratico- amministrativa porta sempre problemi, come i ruoli delle soprintendenze, le procedure espropriative e i pareri delle autorità di bacino. Su questi tre problemi la Campania è a disposizione per accelerare le procedure».

E cominceranno a giorni i lavori di elettrificazione da Mercato San Severino ad Avellino e successivamente da Avellino a Benevento. Secondo il cronoprogramma, e se verrà rispettato, per il 2024 Avellino potrà entrare nella gerarchia delle ferrovie che contano. Un traguardo atteso da fin troppo tempo: Avellino, di fatto, è esclusa dalla rete ferroviaria, aspettando ancora la riapertura ai fini commerciali della tratta Avellino-Rocchetta Sant’Antonio.

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