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Livelli essenziali di assistenza (Lea) garantiti solo in 9 regioni su 21 e il Piano Nazionale Cronicità non ancora approvato in 4. Il Sud arranca sugli screening oncologici, mentre le coperture vaccinali restano insufficienti un pò ovunque, soprattutto va al nord. Ma ad unire Italia meridionale e settentrionale sono le liste d’attesa, con un italiano su due che dichiara di aver avuto difficoltà ad accedere a visite o esami per questo motivo. A fare il punto sulle conseguenze della modifica del titolo V della Costituzione è il nuovo Rapporto dell’Os – servatorio sul Federalismo in Sanità, presentato da Cittadinanzattiva. L’indagine traccia i contorni di un sistema sanitario frammentato. Per quanto riguarda l’eroga – zione dei Lea le Regioni che li garantiscono sono: Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Liguria, Emilia- Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Mentre, a 3 anni dalla sua approvazione, 4 regioni ancora non hanno recepito il Piano Nazionale Cronicità, mirato a migliorare l’assistenza a milioni di persone con patologie croniche: Basilicata, Campania, Sicilia e Sardegna. Quanto alla trasparenza sulle liste d’attesa, solo 9 regioni dispongono di portali interattivi, come prevede il Piano Nazionale di Governo sulle Liste d’Attesa. In tema di prevenzione dei tumori, sono 5 le regioni inadempienti rispetto ai Lea sull’adesione agli screening oncologici Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Sardegna. Ad esempio, alla mammografia in Campania aderisce appena il 48% delle donne, nella provincia di Trento l’89%. Quanto alle coperture vaccinali, riporta Cittadinanzattiva, l’immunità di gregge per i vaccini obbligatori è stata raggiunta nel 2018 da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana ed Umbria. Tutte le altre sono al di sotto del 95%, con punte negative nel Friuli Venezia Giulia (90%) e P.A. di Bolzano (85%). Per il vaccino contro la varicella, solo Basilicata e Puglia vanno oltre il 91%. Rispetto all’antinfluenzale, ancora ovunque al di sotto della soglia raccomandata, le più virtuose sono Umbria, Calabria e Molise che superano il 60%; le meno virtuose Bolzano (35%), Sardegna e Valle D’Aosta al 44%. Grandi, al Nord come al Sud, le differenze tra tempi di accesso nel pubblico e in intramoenia: ad esempio, in Sicilia per una colonscopia si attendono 157 giorni nel pubblico e 13 in intramoenia; in Liguria per una visita oculistica si va dai 58 giorni del pubblico agli 8 del canale intramurario. «L’effetto delle autonomie regionali rischia di peggiorare la disparità nell’accesso alle cure con cui i cittadini già oggi devono fare i conti», dichiara Anna Lisa Mandorino, vicesegretaria di Cittadinanzattiva. Per questo, «rilanciamo la riforma costituzionale promossa con la campagna #diffondilasalute, con l’obiettivo di restituire centralità alla tutela del diritto alla salute.

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