X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

NAPOLI – E’ ormai una battaglia parlamentare lo sprint finale del concorsone Ripam, il «corso-concorso », come lo ha definito il governatore della Campania Vincenzo De Luca, per l’assunzione dei giovani nei Comuni della Campania. Il concorso è stato lanciato un anno fa da De Luca per assumere circa 2.000 giovani nei Comuni della Regione che avevano aderito ed è andato avanti, con 1880 esaminandi che hanno passato la prova scritta e orale e che sono andati a fare un anno di tirocinio, pagati circa 1.000 euro al mese dalla Regione. Ora per loro era previsto che scattasse l’assunzione a tempo indeterminato che, nelle regole del concorso campano, avviene dopo un colloquio orale. Ma il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta non la pensa allo stesso modo e prevede che per avere l’assunzione a tempo indeterminato ci voglia un’altra prova scritta.

«La Commissione Ripamsi legge in una nota di ieri – riunita lo scorso 28 aprile, ha accolto la proposta operativa del Formez per lo svolgimento nell’ultima settimana di giugno della prova concorsuale necessaria per concludere il corso-concorso e formare le graduatorie per consentire ai vincitori l’assunzione nella Pubblica amministrazione. Secondo quanto stabilito dal bando, saranno ammessi alla prova i partecipanti al corso per i quali sarà verificata, da parte del Formez, la frequenza minima dell’80% delle ore di formazione. È interesse primario e indiscutibile del Dipartimento della Funzione pubblica garantire la massima serietà, a garanzia dei principi che regolano l’accesso alla Pa».

Un nuovo scoglio che Brunetta spiega dicendo che «questi giovani – ha detto Radio 24 – sono vittime di una cultura deteriore e assistenzialistica che non mette al centro il merito. Li considero delle nostre vittime, di chi aveva la responsabilità e non l’ha usata nel modo migliore». La seconda prova scritta era prevista anche nel bando originale di concorso del 2018, ma la Regione Campania, nell’ ambito delle semplificazioni dell’era Covid, aveva chiesto di procedere solo al colloquio.

Contro questa posizione i vincitori del concorso hanno anche manifestato in piazza, davanti alla sede della Regione Campania, nei giorni scorsi. Uno scoglio contro cui prova a trovare una soluzione Valeria Valente, senatrice del Pd che ha presentato un emendamento al ddl 2167, nella discussione parlamentare sull’ultimo decreto legge sulle misure covid19. L’emendamento prevede che al comma 3, dopo il secondo periodo si inserisca la frase:

«Qualora almeno una prova scritta sia già stata effettuata alla data di entrata in vigore del presente decreto, si utilizzano gli esiti della stessa, senza necessità di prevederne una ulteriore» e conseguentemente, al medesimo articolo, al comma 5, primo periodo, dopo le parole: «fasi selettive» si inseriscano la frase «una o più prove scritte e un eventuale tirocinio o» e dopo le parole: «anche in deroga al bando» si inserisca “utilizzando gli esiti delle fasi concorsuali scritte e pratiche già svolte ».

Una soluzione che la stessa Valente definisce «il tentativo di sbloccare una vicenda con buon senso», ma che ora dovrà affrontare la sfida in aula, con due parti della maggioranza di governo divise sul sostegno a Brunetta o sul via libera a chi ha già fatto una prova scritta.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE