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«Per amore della nostra terra, per la dignità del lavoro e per la solidarietà da esprimere quando il diritto al lavoro viene negato, a seguito del vertice in Prefettura a Napoli sull’emergenza lavoro, in particolare a riguardo dei 320 lavoratori licenziati di Whirlpool, la Chiesa di Napoli fa sentire la propria voce e la unisce a quanti sono stati delusi dai continui rinvii delle istituzioni governative». E’ quanto scrive l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, in un messaggio ai lavoratori di via Argine anticipato stamane dal Corriere del Mezzogiorno.

«A quanti sono impegnati come senatori e deputati a rappresentare questa porzione di Sud, a quanti rappresentano istituzionalmente e politicamente il nostro territorio, a quanti hanno possibilità di intervenire per avere risposte adeguate – aggiunge l’arcivescovo – diciamo che non è più solo il tempo delle proposte, ma il tempo delle risposte. Ogni risposta procrastinata rischia di essere una risposta fuori tempo. Siamo fiduciosi che questa disponibilità del Governo a farsi carico della continuità lavorativa degli ex-lavoratori di Whirlpool sia un segno di speranza.

Ma, affinché non sia l’ennesimo rinvio, la Chiesa di Napoli chiede di favorire un tavolo permanente attorno al quale possano afferire il mondo dell’imprenditoria, quello della cooperazione, i sindacati e gli enti pubblici e privati per costruire risposte progettuali, organiche e strutturali, nella piena disponibilità a fare la propria parte per la città metropolitana di Napoli ». “In tal modo – conclude don Battaglia – assicurando maggior coinvolgimento nella programmazione dei fondi strutturali, potremo diminuire la tensione sociale per quelle famiglie che si son viste recapitare le lettere di licenziamento».

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