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Il virus continua a correre in Campania e fa registrare il nuovo record di positivi in un giorno (4508 invece dei 3888 di giovedì), anche se a dispetto dei numeri assoluti la percentuale tra test e casi di positività resta stabile poco sotto il 20% (ieri al 18,8%) grazie al numero elevato di tamponi effettuato (23.897 a fronte dei 19.568 del giorno prima). Gli asintomatici sono 4.138, i sintomatici 370. Quaranta i deceduti tra il 12 ottobre ed il 5 novembre. I guariti del giorno sono 320. Il totale dei positivi in Campania dall’inizio dell’emergenza è 78.009, mentre i tamponi complessivamente analizzati sono 1.075.201.


Da un lato le critiche di Vincenzo De Luca alla linea adottata dal governo per contenere il Covid. Dall’altra la denuncia di Luigi de Magistris che, con una lettera inviata al premier Conte, esprime “viva preoccupazione” per la situazione della sanità pubblica campana poiché “si è perso completamente il controllo”. A 72 ore dalla suddivisione dell’Italia in aree di rischio tiene ancora banco il caso Campania, inserita in fascia gialla. E i punti di vista espressi dal presidente della Regione e dal sindaco di Napoli non potrebbero essere più lontani. De Luca continua a parlare di “miracolo” sostenendo a spada tratta “la linea della prevenzione” concretizzatasi sul territorio con provvedimenti restrittivi assunti autonomamente, senza aspettare l’input dell’esecutivo.


“Abbiamo fatto una scelta per salvarci e andremo avanti su questa linea” ribadisce il governatore, perché “non dobbiamo aspettare il momento nel quale il contagio esplode e diventa incontrollabile”. De Luca d’altronde mostra non poche perplessità nei confronti della strada imboccata a Palazzo Chigi. “Il governo ha deciso di seguire una linea di proporzionalità e mano amano che vede crescere il contagio prende progressivamente misure restrittive. Credo che questa linea non sia efficace – confessa – Io sono per la linea della prevenzione, non per la rincorsa al contagio. Avrei preferito una linea unitaria di rigore per tutto il paese”. Insomma, un lockdown nazionale “per un mese”.


Il presidente campano ne ha per tutti, anche per chi ha messo in discussione l’inserimento della Regione nella fascia gialla. “Qualcuno si aspettava, quasi voleva, che la Campania venisse inserita tra le zone rosse. Spiace, ma non è andata così” sottolinea, snocciolando i numeri su cui governo e ministero della Salute si sono basati per ‘disegnare’ le regioni: “La Lombardia oggi ha 5.318 ricoveri, il Piemonte 3.700, la Campania 1.600. Sulle terapie intensive la Lombardia ha 522 ricoveri, il Piemonte 249, la Campania 175. I morti in Lombardia sono 18mila, in Piemonte 4.520, in Campania 756. Questo per evitare che chi è rimasto deluso dalla classificazione delle zone cominci un’altra litania sui dati”.


Il governatore annuncia quindi che tra due mesi i posti in terapia intensiva saliranno a 800, ma allo stato attuale la situazione resta preoccupante con 4508 positivi, di cui oltre mille a Napoli. “Dobbiamo tenere gli occhi aperti perché altrimenti andiamo in zona strarossa. Servono comportamenti rigorosi” dice, chiedendo aiuto ai sindaci dei comuni più grandi per ridurre del 50% la mobilità e scagliandosi invece contro quegli “amministratori che magari non hanno fatto niente per le loro città, che non hanno alzato un dito per controllare la movida, cioè per dare una mano a contenere il contagio”, soggetti ormai utilizzati “come lo scemo del paese semplicemente per parlare male di Napoli e della Campania”.

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