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Una chiusura nel segno della musica. Per il discorso conclusivo della sua epica campagna elettorale Antonio Bassolino ha scelto piazza del Gesù. E sul palco ha chiesto «un voto slegato dai partiti», ricordando che «il sindaco deve saper rappresentare tutti, io l’ho già fatto e quindi mi rivolgo agli elettori di sinistra, io che sono un esponente doc della sinistra, ma anche di centro e di destra».

Accompagnato da Nino D’Angelo e Nello Daniele, fratello di Pino, l’ex governatore ha spiegato: «Siamo partiti da soli, senza soldi e senza partiti, è stato un cammino in salita con importanti risultati, ora bisogna compiere l’ultimo tratto. Spiace solo sia mancata un’occasione di confronto civile e serena tra tutti, anche con Manfredi, che avrebbe fatto bene alla città».

Dopo l’uscita di scena per i noti guai giudiziari (diciannove processi e 19 assoluzioni in 17 anni) e qualche anno di silenzio, nel 2015 Bassolino si era candidato alle primarie del Pd contro una sua ex pupilla, Valeria Valente. Accadde di tutto e alla fine Bassolino, dopo aver denunciato brogli, fu lasciato solo e decise di lasciare il Pd. Ora è tornato in pista. Con lo spirito dell’alpinista: «Sulle montagne ho imparato a salire, ma soprattutto a scendere».

Lo stesso spirito mostrato nel ’93,, quando sfidò Alessandra Mussolini alle prime elezioni dirette dei sindaci. E poi, alle elezioni per il secondo mandato ottenne la percentuale bulgara del 73 per cento. Infine, la candidata arancione Alessandra Clemente, che ieri ha detto: «Pensano di avere già vinto, che basti una foto con Conte o un titolo di un giornale per abbatterci, senza presentarsi mai ai dibattiti, ma noi non molliamo, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo mai».

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