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SAMPDORIA: Audero 5, Thorsby 5, Tonelli 6, Colley 6, Augello 5, Ekdal 5, Linetty 5, Jankto 5,5 (79’ Vieira s.v.), Ramirez 6 (68’ Maroni 5), Gabbiadini 6,5 , Quagliarella 7(73’ Bonazzoli 5)
In panchina: Seculin, Falcone, Barreto, Chabot, Askildsen, La Gumina, Murru, Leris, Bertolacci.
All. Claudio RANIERI 6
NAPOLI: Meret 6, Hysaj 6,5 , Manolas 5,5 , Di Lorenzo 6, Rui 6,5 , Elmas 6 (79’ Politano s.v.), Lobotka 6(61’ Demme 6,5), Zielinski 5,5 , Callejon 6 (72’ Mertens 6,5), Milik 6,5 , Insigne 7.
In panchina: Ospina, Karnezis, Allan, Llorente, Lozano, Luperto, Maksimovic, Koulibaly.
All. Gennaro GATTUSO 6,5
Arbitro: La Penna di Roma1  5 – Guardalinee: Passeri e Longo – Quarto uomo: Sacchi
VAR: Mazzoleni – Avar: Paganessi
Marcatori: 3’ Milik (N), 16’ Elmas (N), 26’ Quagliarella (S), 73’ Gabbiadini rig. (S), 83’ Demme(N), 98’ Mertens (N)

Note: terreno in ottime condizioni in una serata con temperatura intorno ai 6°. Spettatori presenti circa ventimila con nutrita rappresentanza partenopea. Ammoniti: Jankto (S), Elmas (N), Ekdal (S), Ramirez (S), Linetty (S) Demme (N), Politano (N). Calci d’angolo 6 a 4 per il Napoli. Recuperi: 0 e 7’

GENOVA. Roba da stropicciarsi gli occhi! Possibile che per circa venti minuti abbiamo rivisto il Napoli dell’epoca Sarriana, con manovra veloce, elastica, ficcante, capace di arrivare in area avversaria con una faciltà disarmante per avversari che non riuscivano a varcare la linea mediana del campo? Sembrava un sogno eppure ciò che vedevamo apparteneva alla realtà, al punto che per molti appariva la serata magica, quella della goleada, l’abbandono definitivo della sofferenza, la cosiddetta “svolta”, con un cammino decisamente in discesa. Quanto tempo trascorso dall’ultima volta in cui in così breve tempo, il Napoli avesse già messo KO la squadra antagonista? Forse Napoli- Milan, prima partita casalinga dello scorso torneo, con il ribaltamento del risultato grazie a Zielinski (67’) e Mertens (80’) e con Gattuso sulla panchina rossonera. Ieri gli azzurri non hanno lasciato scampo, in avvio di gara, ai blucerchiati, giocando un calcio sfavillante, grazie a rapidi passaggi, di prima, senza cincischiare, ma badando al sodo, e il team affidato a Ranieri si è dovuto “aggiustare” per non ripetere la disfatta di Roma, sommersa da una cinquina di marca laziale qualche domenica addietro. Lobotka, positivo il suo esordio, ha vestito i panni di Hamsik, il regista che non lasciava trasparire alcuna titubanza nel far girare il pallone con saggezza, Rui che con veemenza e senza sosta occupava di prepotenza la fascia sinistra, Hysaj che gestiva delle rapide triangolazioni sul lato opposto, Insigne che ha riacquistato la forma fisica dei tempi andati, Elmas che si infilava con l’agilità di un ragazzo quale è tra le linee della Sampdoria, per quanto strette, nel mentre Zielinski svariava sul settore sinistro facendo da sponda per le incursioni del portoghese, anche se non ripeteva la prestazione sontuosa di sette giorni addietro contro la Juve. A far da vedetta in area doriana il Milik abile ed efficace saltatore, che non si lasciava sfuggire l’occasione (3’) di girare a rete di testa un invitante cross di Zielinski, dopo scambio con Rui, rendendo vano il tuffo di Audero. Tutti dietro a difendere il vantaggio ? Nient’affatto, il Napoli sciorinava bel gioco e per la Samp nessuna possibilità di ripartire, fermata sul nascere di ogni tentativo di imbastire un’azione degna di questo nome: non passavano che una decina di minuti e sul primo corner in favore dei partenopei scaturito da una conclusione di Callejon deviata da Colley, è lo stesso spagnolo a lanciare la sfera in area, dove Di Lorenzo appostato sul primo palo prolunga la traiettoria scavalcando la difesa e trovando sul lato opposto l’intervento in scivolata di Elmas, determinando il doppio vantaggio, realizzando la prima rete in Italia, lasciandosi andare ad un pianto che più che liberatorio sembrava da dedica a qualche persona cara scomparsa, avendo alzato lo sguardo al cielo. Nessuno avrebbe scommesso sulle speranze di riagguantare il risultato per i padroni di casa, sottoposti ad un tambureggiante attacco partenopeo, ma dimentichi forse delle sette vite di Quagliarella, stabiese di nascita ma napoletano dentro, vuoi per passione vuoi per spirito di rivalsa che da sempre anima le persone del Sud, in particolare campane: e poteva il buon Fabio aver archiviato le prodezze che ne hanno caratterizzato le partite disputate contro gli azzurri? Neanche per sogno: al tacco che incantò Genova e Napoli nello gara del torneo 2018/2019, sempre a Marassi, ha replicato con una conclusione al volo, di rara bellezza, su cross di Ekdal, approfittando anche di una scivolata di Hysaj, bissando un colpo identico che gli riuscì, quella volta al S. Paolo, ben undici anni addietro, quando indossava la maglia dell’Udinese. A questo punto subentrava una fase di preoccupazione per gli uomini di Gattuso, Quagliarella si caricava la squadra sulle spalle e partiva la rincorsa al pari. Il Napoli non mollava e continuava a spingersi in attacco e Insigne, prima, con un’incursione dall’out sinistro (32’), fermata in tackle da Tonelli, e Milik, poi, (44’) ancora di testa su traversone di Callejon e respinta in tuffo di Audero sulla propria destra, marcavano la possibilitò di chiudere l’incontro. Tra i due episodi, un’azione travolgente della Sampdoria (40’), partita dai piedi di Quagliarella e terminata con una prima conclusione di Gabbiadini respinta da Manolas, ma sui piedi di Ramirez che da pochi passi mandava la palla sul palo con un tocco felpato a scavalcare il difensore. Lo scampato pericolo caricava ulteriormente gli uomini di Ranieri, abile stratega a modificare il modulo dopo l’avvio travolgente del Napoli,  ed al rientro in campo il Napoli arretrava il baricentro del gioco e i doriani conquistavano via via spazi invitanti per le ripartenze e su una di queste realizzava il pari con una rovesciata di Ramirez, il tutto vanificato da un evidente fallo di mani di Gabbiadini in un contrasto aereo con Di Lorenzo, non riscontrato da un poco attento La Penna, ma visto e rivisto dal VAR, Mazzoleni ( stranamente non in disaccordo con i partenopei come in molte altre occasioni…). Da sottolineare, nella circostanza, che Manolo aveva approfittato dell’esitazione di Di Lorenzo che si era fermato proprio per aver visto il tocco galeotto dell’ex giocatore del Napoli. Nonostante questa paura, i padroni di casa riuscivano a riequilibrare il punteggio, ed ancora una volta per una bravura di Quagliarella che in un dribbling a rientrare su Manolas, all’interno dell’area, veniva colpito dal greco sul piede di appoggio e ancora una volta La Penna, distratto, veniva gratificato dal VAR che lo richiamava e gli mostrava la necessità di assegnare il rigore alla Samp (73’): l’infortunio di Quagliarella non gli consentiva di tirarlo, e gli imponeva il ritorno negli spogliatoi, ma Gabbiadini non generava rimpianti piazzando la sfera alla sinistra di Meret che per pochi centimetri non riusciva a respingerlo. Partita terminata? No, Gattuso insegna che il temperamento, la voglia di primeggiare, la grinta non devono mai mancare e i suoi uomini hanno capito la lezione: capovolgimento di fronte, Insigne entra in area, aggira un avversario e mira al sette, gli si fa incontro Colley, braccia dietro la schiena, gli respinge la conclusione ma sui piedi dell’appostato Demme, che non fallisce lasciando passare il pallone tra due avversari, con audero ormai fuori gioco essendosi lanciato sulla sua sinistra dove era indirizzato il tiro di Insigne. Il team di Ranieri si rassegnava, i tifosi (?) iniziavano a lanciare i soliti squallidi cori di dileggio verso Napoli e napoletani, ma a pochi secondi dal termine, su rilancio di Hysaj dalla difesa, Audero cercava di anticipare Milik lanciato verso la porta e di testa allontanava la sfera ma sui piedi di Mertens, che con un tocco liftato dai 35 metri depositava il pallone nella rete, ritornando al gol dopo mesi e avvicinandosi al primo posto tra i marcatori di tutte le epoche con la maglia azzurra. Nei commenti del dopo gara mancano le parole di Gattuso, allontanatosi per motivi familiari che gli hanno impedito anche di rientrare su Napoli con l’intera squadra, ma è importante che il fiato lo sprechi solo e soltanto per gli atleti che ormai ascoltano e rispondono solo ai suoi solleciti!

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