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NAPOLI – SPAL  3 – 1
NAPOLI: Meret 6,5 , Hysaj 6,5 , Maksimovic 6,5, Koulibaly 7 (80′ Manolas 6) Rui 6,5 (81′ Ghoulam 6), Ruiz 6,5, Lobotka 6, Elmas 6,5 , Callejon 7, Mertens 7 (64′ Milik 6), Insigne 7(64′ Lozano 6,5).
A disposizione: Ospina, Karnezis, Demme, Luperto, Zielinski, Politano, Di Lorenzo. 
All. Gennaro GATTUSO 7

SPAL: Letica 5, Cionek 5, Vicari 5, Felipe 5, Reca 4,5 (46′ Valoti 6), Strefezza 6 (75′ D’Alessandro 5), Murgia 5 (75′ Dabo 5), Missiroli 5, Fares 6,5 , Cerri 5, Petagna 6 (80′ Floccari 6).
A disposizione: Meneghetti, Ngagne, Valdifiori, Castro, Sala, Tomovic, Bonifazi, Tunjov.
All. Luigi DI BIAGIO 5
Arbitro: Pairetto di Nichelino 6,5
Guardalinee: Fiorito e Caliari – Quarto uomo: MariniVAR: Nasca – Avar: LongoMarcatori: 4′ Mertens (N), 29′ Petagna (S), 36′ Callejon (N), 78′ Younes (N)
Note: terreno in ottime condizioni in una serata dalla temperatura elevata. Spazi della tribuna occupati solo dagli addetti ai lavori.
Ammoniti:  Valoti (S), Fares (S), Felipe (S).
Calci d’angolo 4 a 1 per il Napoli. 2 cooling break , ognuno a metà tempo. Recuperi: 3′ e 5′.

NAPOLI – A dare uno sguardo alla classifica, ed osservando con attenzione i risultati delle squadre che precedono il Napoli nella graduatoria, forse la compagine azzurra meritava , e chissà che non accada un miracolo, una qualificazione alla Champion’s: purtroppo la presunzione di Ancelotti, che portava e porta con sé, tutti i trofei conquistati da calciatore e da trainer, è stata pagata in termini di risultati negativi e di scarsa fiducia degli atleti nelle loro possibilità , al punto che è stato determinante l’operazione di salvataggio del morale, finito sotto i tacchetti, per i calciatori partenopei, con la fermezza e la grinta, peculiarità di Gattuso, che, comunque ha sofferto inizialmente le pene dell’inferno, con una serie di sconfitte, che per alcuni avevano il sapore dell’errore del presidente a silurare “re Carletto”. La tenacia, la capacità di stabilire gli equilibri, di ridare serenità all’ambiente, di caricare i calciatori nella maniera migliore, di rendere chiaro un concetto, che nessuno è un top player, e che tutti devono dare un contributo non pensando di essere migliore degli altri. Risultato? Pur dando spazio a sette elementi che non avevano giocato la gara precedente, e vincente, a Verona, la squadra non ha perso lo smalto, la voglia di vincere, le trame di gioco, la segnatura di chi entrava dalla panchina (Younes, come Lozano in terra scaligera).

Merito a tutti ripete il tecnico di origini calabresi: ” Siamo a buon livello di condizione, riesco ad effettuare avvicendamenti per chi ha bisogno di tirare il fiato, sono orgoglioso di vedere elementi che non giocano partite intere da tempo, dare un impulso alla manovra che garantisce tranquillità e non preoccupazione, non trovando differenze tra la formazione base e quella con i subentranti: Qualcuno sussurra che i cinque cambi consentiti sono per me una condizione allettante, e lo confermo, ricordando che nella finale di Coppa Italia ho sostituito i designati rigoristi, stabiliti in allenamento, con altri calciatori, ma dal dischetto nessuno ha notato particolari differenze.”

LA CRONACA.

Le statistiche remano, alla vigilia, contro la squadra allenata da Di Biagio, con 59 anni, sul groppone degli estensi, mai in gol al S. Paolo, undici sconfitte contate a partire dal pari dell’andata che gridava ancora vendette, insomma una condanna già segnata per i ferraresi, che si trovavano in difficoltà già dopo quattro minuti, con un’azione tambureggiante del Napoli, con partenza dai piedi di Koulibaly, ,  attraverso i passaggi di Mertens, Ruiz, Callejon, un rimpallo, poi ancora Ruiz che, fermata la sfera, alzato lo sguardo, con un tocco felpato di piatto destro lancia in verticale un velocissimo Mertens che trovatosi di fronte il solo Letica, lo supera con un delizioso e irridente pallonetto. Partita che sembra recitare il copione della goleada, e le successive azioni confermano quella che è più una certezza che una ipotesi. Al 6’un veloce scambio Elmas – Insigne mette in condizioni il macedone di battere a rete , ma manca il bersaglio di un soffio, mentre Vicari anticipa Mertens , servito alla perfezione da un cross di uno scatenato Hysaj, che detta legge sulla fascia destra, dove è stato relegato da Gattuso, ora che può essere un Jolly di spinta indifferentemente su ogni settore del campo, ma in difficoltà quando bisogna rinculare, ed al 29′ , sul settore sinistro di attacco della Spal, Fares e Reca imperversano ed il cross di quest’ultimo trova a centro area la deviazione precisa e ficcante di Petagna, ormai già destinato a giocare in questo stadio la prossima annata, a meno che non venga indirizzato verso altri lidi, dopo aver firmato il contratto, a gennaio scorso, che lo lega alla società di De Laurentiis.

Stranamente ed immeritatamente, il Napoli doveva risalire la china, e nonostante gli sforzi di Insigne, ottimo suggeritore sulla fascia sinistra, in collaborazione con Rui,  doveva fare i conti con un palo, il ventesimo in campionato, proprio un attimo prima del pareggio spallino, ma non tutto era perduto, infatti la giustizia dava il colpo di grazia agli ospiti, al 36′ quando un deciso contrasto di Elmas, che sradicava il pallone dai piedi di Missiroli e Murgia, consentiva all’eclettico calciatore di origini macedoni, di lanciare la sfera sul settore destro, praticamente ad occhi chiusi, ben sapendo che da quelle parti i tagli di Callejon sono una consuetudine, ed anche in questo caso lo spagnolo timbra la presenza colpendo al volo e portando nuovamente i partenopei in vantaggio. Potrebbe chiudersi la gara, consentendo di riposarsi in attesa della trasferta di Bergamo, contro gli scatenati orobici Gasperiniani, ma un millimetrico off-side di Mertens (48′), autore dell’assist per Insigne, vieta al funambolo di Frattamaggiore di collocarsi nel trio delle meraviglie ( i piccoletti che fanno impazzire le difese…), andando al meritato intervallo, con un risultato non nelle giuste proporzioni del gioco espresso e delle occasioni create. Il secondo tempo vive all’insegna del risparmio delle energie, nessuna sofferenza per la retroguardia, sempre più affiatata del Napoli, e risultato che si definisce sul colpo di testa da pochi passi di Younes (78′) che offre gloria anche all’olandese, ancora non certo della sua permanenza all’ombra del Vesuvio. G

ATTUSO. La chiusura delle dichiarazioni del tecnico “barbuto” è per i calciatori, a Callejon al quale riconosce la professionalità, a Lozano per aver capito la lezione impartita, anche se con le maniere forti, e per il Presidente per aver concesso la proroga del contratto al 30 agosto allo spagnolo: e per la continuità che chiede ai suoi uomini, per la serietà pretesa negli allenamenti, per ottenere e mantenere un gruppo solido, occorre un qualcosa che è nel DNA del tecnico, il non trincerarsi dietro ipocrisie, ma parlarsi schiettamente, e come si dice da queste parti, “parlarsi in faccia senza remore”. Bergamo suona, Napoli spera di cantare!!!

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