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UDINESE – NAPOLI 1 – 2

UDINESE (3-5-2): Musso 6,5 , Becao 6, Bonifazi 6,5 , Samir 6,5 , Molina 6, De Paul 6,5 , Arslan 6 (71’ Walace 5), Mandragora 5, Stryger Larsen 5 (Zeegelar 5,5), Pereyra 6,  Lasagna 6 (81’ Nestorovski s.v.).In panchina: Scuffet, Gasparini, Ouwejan, Makengo, Ter Avest, Palumbo, Rigo, De Maio.Allenatore: Luca GOTTI 6,5


NAPOLI (4-3-3): Meret 7, Di Lorenzo 6,5 , Manolas 6 (16’Maksimovic 6,5 , Rrahmani 4 (46’ Rui 6,5), Hysaj 6, Ruiz 5 (68’ Elmas 6), Bakayoko 6,5 , Lozano 7, Zielinski 6,5 (92’ Demme s.v.), Insigne 6, Petagna 5 (68’ Llorente 6).In panchina:  Ospina, Contini, Politano, Koulibaly, Ghoulam, Cioffi, Lobotka.Allenatore: Gennaro GATTUSO 6


ARBITRO: Pasqua 6 (De Meo-Bottegoni) – IV uomo: Marinelli – VAR: Nasca – AVAR: TolfoMarcatori: 15’ Insigne (N) rigore, 27’ Lasagna (U), 90’ Bakayoko (N)Note: terreno in ottime condizioni in una giornata dalla temperatura rigida. Spalti occupati, in tribuna solo da dirigenti e giornalisti. Ammoniti: Di Lorenzo (N), Arslan (U), l’allenatore Gattuso (N), Samir (U), Zeegelar (U). Calci d’angolo 7 a 2 per il Napoli. Recuperi: 2’ e 4’.

UDINE. Gattuso, grazie al cortisone, affievolisce il dolore all’occhio, ma ancora non riesce a trovare l’antidoto per uscire da una crisi che latente non è, ma si manifesta soprattutto quando, causa le assenze di Mertens ed Osimhem ( soprattutto quella del nigeriano, per il quale il recupero si allontana non solo per la quarantena, ma per il dolore alla spalla, non appieno guarita), insiste sullo schieramento con i tre uomini alle spalle del sempre più isolato Petagna: consente, il 4-2-3-1, agli avversari di trovare i rimedi per il punto di riferimento dell’attacco partenopeo, sistematicamente francobollato, e di trovare ampi spazi a centrocampo, costringendo Bakayoko e Ruiz ad erigere un muro a centrocampo, il più delle volte inefficace, e solo uno strepitoso Meret, tornato nella città natìa, ha evitato che gli azzurri registrassero un nuovo capitombolo, compromettendo già dal girone di andata le ambizioni in questo campionato.

Quale la soluzione ? La stessa che consentì a Sarri, di stravolgere, in positivo, il cammino del Napoli, passando al consolidato 4-3-3, ed ottenendo risultati che ancora molti tifosi ricordano con piacere: in tal modo, ma non vorremmo che l’allenatore calabrese  (famoso per la sua testardaggine, foriera di risultati quando indossava i pantaloncini e le scarpe da calcio ndr) si scagliasse contro il nostro operato, tacciandoci di “stronzate”, come ha definito gli interventi dei media ( radio, tv private, che a dir suo sono in troppe sul territorio napoletano, così come a Roma), ma sarebbe consigliabile osservare soprattutto tre quarti del secondo tempo, quando i friulani, grazie all’intelligenza tattica di De Paul, sempre il migliore in campo, trovavano spazio per le vie centrali e il Lasagna trovava sulla sua strada il pipelet azzurro, in forma smagliante. Dispiace dover registrare la negatività dell’esordio di Rrhamani, kosovaro di valore, e che ha “bagnato” la sua prima partita in maglia azzurra, forse non abituato alle partenze della manovra da dietro ( altro pallino fisso del barbuto tecnico del Napoli), con un rischioso passaggio al portiere, consentendo allo scattante Lasagna di impossessarsi del pallone e di battere a porta vuota ed orientare la partita verso un pari, che ai più sembrava meritato dai padroni di casa, e che, psicologicamente, ha affossato gli ospiti. La sostituzione, nell’intervallo è sembrata opportuna, ma le parole di conforto di Gattuso a fine gara, lo rimetteranno in pista non appena se ne presenterà l’opportunità, forse già in settimana, nella gara di Coppa Italia, contro l’Empoli, prevista per mercoledì pomeriggio al “Maradona”.

Il Napoli non è stato a guardare, ha cercato, con grandi difficoltà di palleggiare e cercare ripetutamente Lozano, che ancora una volta ha messo a soqquadro la fascia, oggi a destra, dove ha insistito e riuscito a superare sistematicamente l’avversario, prima Bonifazi, poi Samir, costringendo il primo al fallo dal quale è scaturito il rigore, non visto da Pasqua, ma segnalato con tempestività da Nasca, sempre più efficace alla VAR. Gli azzurri hanno giocato, e bene, per i primi venticinque minuti, non consentendo che qualche rapida sortita agli avversari, sfiorando in due occasioni, 21’ e 24’, il raddoppio, prima con Lozano su cross al bacio di Di Lorenzo, dalla destra, il cui colpo di testa diretto all’incrocio dei pali, veniva deviato in angolo con un balzo felino da Musso, poi, su altro tiro del messicano dal limite, e la deviazione repentina e da pochi passi di Petagna, con torsione perfetta di quest’ultimo, il pipelet dell’Udinese riusciva a mandare nuovamente in corner.

La rete regalata da Rrhamani generava il buio, la manovra si bloccava ed il palleggio diventava sterile ed inefficace, lasciando spazio ai padroni di casa, che giganteggiavano all’altezza della metà campo e De Paul trovava gioco facile nell’inserirsi nell’enorme buco che si apriva nella fragile barriera formata da Ruiz e Bakayok, come al 31’, quando l’argentino partiva dal cerchio del centrocampo e dopo aver affondato senza trovare ostacolo, serviva la sfera a Lasagna che entrato in area cercava di superare Meret con un tiro non troppo angolato, ma l’estremo difensore del Napoli, imitava, alla grande, Ospina, respingendo di piede, e si ripeteva al 45’ sempre su conclusione di Lasagna, e, a conferma della giornata no di Rrhamani, su errore del difensore, che, senza dubbio, ha bisogno di giocare per fortificare l’affiatamento con l’altro difensore centrale, nel caso Maksimovic, che era dovuto subentrare a Manolas, infortunatosi dopo appena un quarto d’ora, ed il greco sicuramente avrebbe potuto aiutare l’ex Verona ad inserirsi con più tranquillità nello scacchiere della retroguardia partenopea. Le difficoltà degli uomini di Gattuso si sono ripresentate anche nella ripresa, nonostante l’avvio faceva ben sperare, grazie ad un’azione combinata (49’) Rui, Petagna, Zielinski, con il tiro del polacco respinto da Musso, e sulla ribattuta Insigne manca di poco il bersaglio, ma le ripartenze dell’Udinese mettono in crisi gli ospiti, e sugli scudi, come nella prima frazione di gioco, si attesta Meret, e sono le sue parate a limitare i danni, come al 56’ su Larsen ed al 58’ su Lasagna, mentre Mandragora   ( 76’) da buona posizione spedisce alto. Per il Napoli, Insigne, che dopo aver realizzato con un tocco di classe il penalty, non riesce ad essere incisivo dalla distanza, tranne al 79’ quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo, conclude dalla distanza, al volo, ma Musso è ben piazzato e blocca la conclusione forte, ma non angolata. Quando la maggior parte dei giornalisti stanno per chiudere i taccuini, la punizione di Rui, che di sinistro porge un pallone per i circa due metri di altezza di Bakayoko, e con un colpo di testa ben assestato, fa urlare di gioia l’intera panchina e lo stesso Gattuso, che avrebbe perso sicuramente la pazienza per altri punti persi. Ora occorre dare continuità ai risultati più che alle prestazioni, ma soprattutto rivedere l’assetto del centrocampo, e la partita di Coppa Italia dovrebbe consentire a Gattuso di fare qualche esperimento e dare spazio a coloro che stanno da troppo tempo a guardare le partite dalla panca.

GATTUSO: “ Sono contento per il risultato dopo lo scivolone con lo Spezia, ma ancora non riusciamo ad annusare il pericolo, ci abbattiamo per gli errori, e non siamo capaci di porre attenzione, ed invece di lavorare i calciatori pensano a fornire attenzione ai social, e quindi sottraggono tempo alla concentrazione, dando poco risalto alla componente emotiva e caratteriale, inseguendo le sciocchezze che prolificano tra i vari siti e tra i soloni che si alternano sulle reti private. Occorre non rimirarsi alo specchio e sentirsi, o peggio, vedersi belli, soprattutto se si pensa che la piazza di Napoli è difficile ed è, ovviamente, esigente.”

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