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Non accenna a rientrare la polemica sul Ravello Festival, organizzato dalla Fondazione Ravello, che ha portato prima allo scontro tra il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il presidente della Fondazione, Antonio Scurati, (LEGGI) e poi alle dimissioni di quest’ultimo (LEGGI).

Il nodo dello scontro ha riguardato la presenza al Festival del ministro della Salute Roberto Speranza e dello scrittore Roberto Saviano. Presenze non gradite a De Luca visti i trascorsi burrascosi che hanno caratterizzato i reciproci rapporti.

A seguito della diretta Facebook in cui De Luca ha contestato le scelte (LEGGI), lo scrittore premio Strega, Antonio Scurati, ha deciso di lasciare la presidenza della Fondazione Ravello e chiudere così la vicenda sulla quale è intervenuto anche lo stesso Saviano con un video (GUARDA).

Ma ora a riaccendere la miccia sono i Consiglieri di indirizzo Lorenzo Lentini (Presidente), Almerina Bove, Luigi Buonocore, Salvatore Di Martino, Stefano Giuliano, Michele Strianese e i Consiglieri di amministrazione Diomede Falconio, Paolo Imperato che, senza mezzi termini puntano il dito contro l’ex presidente Scurati.

Le accuse dei consiglieri della Fondazione Ravello

«In relazione a talune errate ricostruzioni sugli antefatti delle dimissioni del prof. Antonio Scurati, – si legge in una nota ufficiale – gli organi in carica della Fondazione Ravello precisano che il Consiglio di amministrazione e il Consiglio di indirizzo, organi statutariamente competenti, non soltanto non si sono espressi in ordine all’approvazione del programma di incontri fra lo stesso Scurati, Stefano Boeri, Roberto Speranza e Roberto Saviano, ma non sono mai stati interpellati in argomento dal presidente».

Quindi, il piano di incontri e dibattiti che ha scatenato le ire di De Luca era, secondo quanto precisato dai consiglieri di amministrazione e di indirizzo, un’idea esclusiva del presidente Scurati. Pertanto «non risponde al vero, come può rilevarsi dalla registrazione audio video della seduta consiliare del giorno 14 giugno scorso, che il prof. Scurati abbia proposto al consiglio di amministrazione tale suo personale programma, così come non risponde al vero che esso sia stato bloccato dal Consiglio di Indirizzo per motivi legati al gradimento politico».

Ma nell’assenza dei presupposti per l’accordo tra l’ex presidente Scurati e gli organi statutari della Fondazione «la politica non c’entra, né – proseguono i rappresentanti della Fondazione – c’entrano questioni di merito inerenti ai rispettabili ospiti ipotizzati, rilevando invece una questione di correttezza del metodo e di democraticità delle decisioni».

L’attacco all’ex presidente Antonio Scurati

In pratica «l’ex presidente della Fondazione Ravello, scavalcando ruoli e funzioni istituzionali, ha tentato di imporre al Direttore Generale, senza alcuna precedente informativa agli organi della Fondazione e senza alcuna deliberazione collegiale, un ciclo di dibattiti fuori dalla programmazione del Festival ritualmente approvata sulla base della relazione del Direttore Artistico». 

Detto ciò, quindi, la nota esclude che «in questa vicenda ci siano martiri della libertà di pensiero, ma più banalmente si presentano palesi violazioni delle norme che governano la vita delle persone giuridiche».

Ad ogni buon conto «i componenti degli organi statutari si riservano ogni più efficace tutela nelle sedi opportune dinanzi a eventuali affermazioni false e diffamatorie».

Precisando, infine, che «i componenti del Consiglio di amministrazione e del Consiglio di indirizzo sono persone libere e autonome non meno del presidente dimissionario. Probabilmente – concludono – non a tutti è chiaro che essere liberi presuppone il rispetto delle norme, ivi comprese quelle che delineano ruoli e funzioni ed impongono la collegialità delle decisioni».

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