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SALERNO. Il punto raccolto nella trasferta di Cagliari, nello scorso campionato, all’Unipol Domus, risultò determinante per la salvezza dei granata, proprio ai danni della compagine isolana, ed è da memorizzare l’identico esito della Dacia Arena, perché raccolto contro la compagine friulana, anch’essa in lotta per la salvezza, in virtù del depauperamento del proprio organico, con le numerose cessioni cui ha provveduto. Nicola ha precisato sin dal fischio finale di aver ottenuto ciò cui ambiva alla vigilia, di essere contento della prestazione, di essere un team work in progress, per i calciatori che non hanno svolto l’intero ritiro precampionato, e di fidare molto sull’apporto del pubblico nelle partite interne, a cominciare dal match che vedrà i suoi confrontarsi con la Sampdoria, altra concorrente per non retrocedere.

Nell’esaminare la gara di Udine, nonostante gli interventi di Silvestri, pipelet bianconero, abile su Candreva e Bonazzoli, non può essere sottesa la mancanza di coraggio, alla luce della superiorità numerica, da sfruttare per la spinta offensiva, soprattutto per la lentezza del reparto difensivo degli avversari: l’apporto di Dia si è notato, in fase di velocità e di capacità di entrare nella retroguardia udinese con tagli, quasi mai letti dai centrocampisti, ha fatto intravedere delle buone risorse il centravanti senegalese (cittadinanza francese), ma ancora si lamenta un’intelligenza all’altezza della metà campo, cui forse Maggiore potrà sopperire. E’ anche vero che quando ti rendi conto che non riesci ad agguantare il risultato, è bene non disperdere quel punticino che, alla lunga, farà sicuramente gioco, nella lunga competizione per raggiungere quanto prima il quartultimo posto, e, avendolo ottenuto in trasferta, è ancor più di valore.

La difesa ha retto, salvo qualche sbavatura, e sembra sempre più affiatato il terzetto che ha inserito l’esperto Bronn, francese, naturalizzato tunisino, accanto a Fazio e Gyomber, confermatisi ormai pilastri inamovibili davanti ad un Sepe che fornisce le adeguate certezze tra i pali. Dopo due gare ancora casella vuota per le realizzazioni, e Bonazzoli, pur cercando, con veloci movimenti, di rendersi libero ed essere sempre pronto alla zampata decisiva nell’area piccola, non riesce a dialogare con Botheim, sembrato un po’ egoista e desideroso di voler a tutti i costi incidere con giocate individuali, fornendo prestazioni lontane da quelle positive delle amichevoli precampionato.

Toccare, poi, il lato fisico, è il mantra che ricorre in tutte le interviste, ed è una considerazione che non può essere dimenticata, visti i giorni, e quindi gli allenamenti, che gli ultimi arrivi hanno sostenuto sotto la direzione dell’allenatore: una nuova settimana si pone davanti a loro per migliorare affiatamento, condizione, ma anche per avere maggiori possibilità di dialogare tra loro, di sentire anche al di fuori del rettangolo di gioco, la passione dei tifosi, di regalarsi qualche spicciolo di città, insomma per sentirsi come a casa. La classifica si è mossa, ed anche se dopo due gare, non occupano i granata l’ultimo posto, occupato da Lecce, Monza e, in caso di sconfitta, nei posticipi, da Cremonese e Sampdoria, quest’ultima di scena domenica prossima all’Arechi, con concreta possibilità di fare un bel balzo in avanti, ed iniziare a costruire mattone dopo mattone, punto dopo punto ( con vittoria e gol ndr) l’agognato castello della permanenza.

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