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La scrittrice di origini siciliane Angela Lombardo

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«A Milano ho iniziato il mio percorso di decrescita felice: mi sono licenziata dal posto fisso, ho venduto la macchina, ho rinunciato alla baby sitter per stare con mio figlio e ho detto addio a uno stile di vita più agiato per abbracciare quello che per me oggi rappresenta il lusso più grande: il tempo. Al nord ho provato a portare un po’ di Mezzogiorno. Appena arrivata, ho messo in atto il consiglio di mia nonna, che poi è anche una massima epicurea: per essere felice, offri un caffè a un vicino di casa».
 
Angela Lombardo, giovane editor catanese “trapiantata” a Milano ha le idee chiare: perché andare a cercare il segreto della felicità in Finlandia, quando possiamo riscoprire l’arte della gioia che appartiene da sempre alla cultura mediterranea?
Nasce così “La vita dolce”, edito da De Agostini, una sorta di mappa per l’uomo contemporaneo alla scoperta della via per la felicità, attraverso 15 “esercizi” ispirati a Epicuro per imparare a riscoprire la gioia di vivere. Tale è stato il successo che il libro è già stato tradotto in spagnolo e in francese e si appresta ad uscire anche in questi due Paesi. 
E pensare che l’idea è nata in un contesto molto milanese, «tenevo una lezione di marketing all’Università Cattolica e mostrai una foto di Chiara Ferragni mentre si godeva l’ultima birra in spiaggia prima di rientrare dalle vacanze. Lì è scattata la scintilla: ho compreso il contesto epicureo di quell’immagine. Lei stava assaporando ogni attimo di quel momento, non con la tristezza dell’ultimo giorno di vacanza, ma godendosi gli ultimi raggi del sole con una birra in mano. La gioia assoluta», spiega la scrittrice catanese. 
 
Ma cos’è poi questa felicità, che tutti rincorriamo? Ma soprattutto, cos’è, cosa vuol dire essere felici? 
«Ognuno è felice a modo suo. C’è che lo è durante una riunione col CdA, per me è stare con le persone che amo e fare le cose che mi divertono, godermi il tempo. Ci sono giornate nelle quali mi rendo conto che non mi sono ritagliata nemmeno 10 minuti per me. È un fatto grave, perché vuol dire che sono nella vita di qualcun altro. E allora mi chiedo: perché voler bene agli altri e non a se stessi?».  
 
Secondo lei si è più felici al sud?
«Dipende da cosa intendiamo per felicità. Sicuramente al sud siamo più epicurei, al nord più stoici: nel Mezzo giorno ci sono dinamiche sociali per le quali la famiglia, l’amicizia, la convivialità rischiano meno di finire relegate in secondo piano. Forse da questo punto di vista sì, si è più felici al sud, anche se con meno certezze». 
 
Lei è una catanese trasferitasi a nord. Come è stato l’impatto, torneresti indietro?
«Sono stata prima a Parigi e lo choc culturale è stato mostruoso: l’alienazione della metropoli, la solitudine. Milano è una bella via di mezzo: è molto accogliente, l’ho amata subito perché piccola, con una dimensione vivibile e mi ha permesso di portare con me una parte di Mezzogiorno. Ho fatto subito mia la massima epicurea e ho iniziato a offrire caffè a tutti i vicini di casa. E così il rito del caffè è arrivato anche a Milano». 
 
Il Premier Conte ha parlato di uno squilibrio tra due Italie, con un sud che arranca rispetto al Nord:cosa si dovrebbe fare per colmare questo divario? 
«La politica dovrebbe dare più servizi, c’è un gap incredibile nel nostro Paese.  A Sud c’è un importante tema di responsabilità: perché non attecchiscono, ad esempio, i car sharing?  Perché non vengono lasciati puliti e ordinati? Credo che oltre alla politica anche noi cittadini dovremmo fare di più: c’è un infantilismo delle persone nell’uso del bene, ciascuno dovrebbe essere più responsabile». 
 
Nel suo libro abbiamo Epicuro, Lucrezio e Orazio da una parte e Hugh Grant e la nonna di J-Z dall’altra: come è avvenuta la scelta dei personaggi? 
«Mi divertiva pensare di portare questi grandi uomini del passato, immobili e austeri, nel nostro mondo, dar loro una nuova occasione per essere umani attraverso le loro parole. La nonna di J-Z per me ha un significato particolare. Quando spense le candeline del suo 90° compleanno pronunciò un antico proverbio americano: “quando la vita mi ha dato limoni io ho fatto una limonata”. Beyoncè lo ha fatto suo e, ricordando uno dei vari litigi col marito a causa delle sue scappatelle, ha intitolato la canzone “Lemonade”. Come dire, trasformiamo un problema in qualcosa di buono». 
 
C’è un politico al quale regalerebbe il suo libro?
«A Trump sicuramente potrebbe servire. Ho riflettuto molto sul tema del muro: nel mio libro ho fatto l’esatto contrario, ho abbattuto il muro che divideva gli autori del passato dal presente, ho fatto in modo che venissero a dialogare con noi». 
 
 
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