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Domenico Modugno mentre canta Volare al Festival di Sanremo del 1958

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Quando si parla del Festival della Canzone Italiana uno dei nomi che non può non essere rievocato è quello di Domenico Modugno, uno dei personaggi che hanno reso lo spettacolo di Sanremo famoso in tutto il mondo, nonché il cantante che conta il maggior numero di vittorie, ben quattro, ex aequo col collega Claudio Villa.

Considerato uno degli uomini di spettacolo più prolifici del nostro paese, è ricordato non solo per la musica, ma anche per i suoi successi nel cinema, arte che amò molto e con cui ci regalò importanti prove attoriali diretto da grandi nomi, come Luigi Comencini, Vittorio De Sica e Pier Paolo Pasolini.

Dopo una piccola parentesi teatrale, si laurea al Centro Sperimentale di Cinematografia negli anni 50, grazie al quale inizia a lavorare davanti alla macchina da presa. La svolta, però, arriva in ambito musicale nel 1953, quando ottiene un contratto discografico con l’RCA italiana con cui pubblica le prime canzoni scritte in dialetto siciliano e salentino.

Alcuni brani saranno molto apprezzati dal pubblico e verranno inseriti nel suo primo album: “I successi di Domenico Modugno” (si ricordano “La donna riccia” e “Ninna nanna”).

Da questo momento ha inizio una carriera fatta di grandi successi musicali e non solo, che toccherà l’apice con le vittorie al festival di Sanremo. I suoi brani lo renderanno famoso persino oltre oceano, tanto da essere cantati anche in altre lingue.

Tra le canzoni più riconosciute ricordiamo “Addio… Addio…” (che gli valse la vittoria a Sanremo nel 1962), “Tu si’ ‘na cosa grande” (storico pezzo con cui vinse il festival di Napoli nel 1964), o il brano per cui tutti lo ricordiamo, l’immortale “Nel blu dipinto di blu” (che gli fece vincere il premio Grammy nel 1958).

L’autore, però, non si dimentica della settima arte, destreggiandosi anche nella recitazione e nella regia, riuscendo a convogliare il talento musicale all’interno di numerose pellicole, diventando fonte di ispirazione per la produzione di diversi film. L’esempio più noto avviene nel 1959, quando il regista Piero Tennelli dirige Nel blu dipinto di blu, pellicola ascrivibile al genere dei “musicarelli”, diventata famosa poiché riprende il titolo di una delle canzoni più cantate di sempre. 

L’idea del film nacque per la bellezza intrinseca della canzone, ma il motivo per cui i produttori investirono nella pellicola fu la vittoria al Festival della Canzone Italiana, che ne aumentò il valore artistico ed espressivo.

Altro caso fu il film Destinazione Sanremo, in cui Modugno fu uno dei tanti cantanti inseriti all’interno di quest’opera, creata come pretesto per pubblicizzare il festival del 1959. Ma la più grande connessione tra musica e cinema fu la collaborazione col maestro Pier Paolo Pasolini con il quale scrisse “Che cosa sono le nuvole”, un meraviglioso testo che tratta metaforicamente dell’amore e della vita, cantato proprio da Modugno. La canzone fu perfino inserita nel film a episodi Capriccio all’italiana, anch’esso di Pasolini.

Questi furono i più importanti, ma il cantautore, grazie alla sua poliedricità, si fece spazio in ogni area del panorama audiovisivo, lasciandoci il ricordo di un artista che ha donato all’Italia molta di quella poesia per cui è riconosciuta.


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