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ROMA – Un divario numerico, remunerativo e di ruolo nella gerarchia aziendale, una situazione aggravata dall’attuale crisi con la popolazione femminile maggiormente colpita dalle conseguenze economiche e sociali.

Solo il 28% delle donne occupa posizioni di responsabilità manageriale e nei dirigenti questo dato scende al 18%. Stando ai numeri il rischio è quello di raggiungere l’effettiva parità di genere solo tra 60 anni.

Questo quanto emerge dal 3° Rapporto dell’Osservatorio 4.Manager di Federmanager e Confindustria. “Con l’effetto pandemia le donne rischiano due volte di più degli uomini di uscire dal mondo del lavoro, per questo motivo con le risorse del Recovery Fund dobbiamo fare delle operazioni che vadano ad aiutare l’impresa a inserire nel mondo del lavoro le donne.

Un Paese che vuole essere competitivo ha bisogno delle donne nel mondo del lavoro e il Recovery deve andare a potenziare il welfare, così come l’aumento degli asili o il potenziamento della maternità”, ha detto Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, nel corso del webinar.

“Se pensiamo che solo il 18% dei manager è donna, una percentuale tra le più basse in Ue, ma abbiamo visto in questi anni che le donne riescono a far affrontare meglio le crisi e le governance miste sono un successo. Le imprese si stanno adoperando per questo – ha spiegato – ma non è facile, anche le istituzioni devono defiscalizzare di più gli strumenti di welfare. Dobbiamo quindi spendere in maniera giusta i soldi del Recovery, non possiamo perdere questa opportunità, dobbiamo cercare di intervenire perchè il lavoro è fondamentale per la tenuta del Paese”.

Secondo Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il Lavoro e Relazioni Industriali, se nel 2020 si parla di questa tematica, si mette in evidenza “l’ennesima arretratezza del nostro Paese. La disparità tra uomo e donna nel mondo del lavoro è atavica, è arrivato il tempo e il momento di colmare. Occorre una strategia complessiva, è necessario mettere le mani sotto il versante dell’incentivazione economica e curare bene l’aspetto della tutela della maternità”.

Alla presentazione del Rapporto hanno partecipato, tra gli altri, la ministra delle Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti e la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo.

“Dobbiamo avere una idea di Paese dove le donne non siano semplicemente una parte da tutelare ma quello sguardo di esperienza e umanità che dobbiamo riconoscere come protagoniste. Noi – ha detto Bonetti – dobbiamo affrontare la complessità del futuro con una visione inclusiva delle diversità esperienziali, senza la progettualità dell’esperienza femminile ci sarebbe una prospettiva mancante di una parte e non compiuta”.

La ministra Catalfo, ha spiegato che “37mila donne hanno lasciato il proprio lavoro nel 2019 nel primo anno di vita del bambino. Analizzando il dato, ciò che abbiamo notato è che spesso servizi per l’infanzia non erano sufficienti a conciliare i tempi di vita. Abbiamo lavorato su una norma, presentata anche in Parlamento, che riguarda un voucher suppletivo che viene dato alle donne per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nel primo anno di vita del bambino”.

In collaborazione con Italpress


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