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Il ministro Roberto Speranza

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SIENA – «Vanno bene i soldi del Recovery fund, quelli del Mes, e le somme del bilancio dello Stato, purchè arrivino al servizio sanitario nazionale” in modo che io sia “contento, soddisfatto, e spingo assolutamente in questa direzione».

Così il ministro della Salute, Roberto Speranza a margine di un evento alla Fondazione Toscana Life sciences a Siena.

«Noi abbiamo messo più soldi sul servizio sanitario nazionale negli ultimi cinque mesi che negli ultimi cinque anni, e dobbiamo insistere strada – ha proseguito il ministro – Per anni il servizio sanitario nazionale è stato oggetto di tagli e non di investimenti. Ma dall’ultima legge di bilancio prima del Covid abbiamo cambiato strada, dobbiamo continuare ad investire tutte le energie che abbiamo. Oggi c’è un clima favorevole, tutte le persone hanno capito quanto conti avere un servizio sanitario nazionale all’altezza. Io penso che tutte le risorse, da qualsiasi parte arrivino, sono le benvenute».

Poi, riferendosi al lavoro di ricerca svolto dalla fondazione, ha «espresso orgoglio ed apprezzamento per quel che viene fatto qui dai nostri ricercatori e scienziati. L’Italia dà come sempre il proprio contributo a questa sfida mondiale” nella ricerca del vaccino per debellare il Coronavirus».

«Lo stiamo facendo su tutto, lo facciamo chiaramente sui vaccini, qui lo facciamo in particolar modo sugli anticorpi monoclonati – ha sottolineato -. I dati sono interessanti, chiaramente ci sarà ancora molto da lavorare, molto da verificare, però apriamo una strada per provare ad avere cure certe, sicure, che possano portarci ad un risultato positivo rispetto a questa sfida drammatica che ha portato a tutta l’umanità. E’ un orgoglio per il Paese che questi ricercatori operino sul territorio nazionale, abbiamo bisogno di costruire il massimo di sinergia possibile».

Ma a preoccupare sono sempre le cifre della pandemia, ha ricordato Speranza: «Come è noto il Covid in Europa ma anche in Italia continua ad avere numeri che sono significativi, quindi guai ad abbassare la guardia. Abbiamo davanti mesi in cui dobbiamo resistere in vista di un vaccino sicuro – ha ribadito – e di cure sicure come quelle che ci auguriamo possano partire proprio dalla ricerca fatta in questo palazzo».

In collaborazione con Italpress


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