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L'incendio dello stabilimento della Calabra Maceri

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RENDE (COSENZA) – L’incendio nel capannone di Calabra Maceri adibito allo stoccaggio e trattamento di rifiuti solidi urbani a Rende (LEGGI) ha provocato un forte allarme per la qualità dell’aria. L’Arpacal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ha immediatamente attivato le verifiche necessarie sulla qualità dell’aria, ma non sono ancora stati resi noti i dati del monitoraggio e le perplessità non mancano.

Secondo Maurizio Bolognetti, giornalista impegnato nelle battaglie per l’ambiente e collaboratore di Radio Radicale, ha reso noto di avere inoltrato una richiesta di accesso agli atti alla sede Arpacal di Cosenza.

«Ho chiesto di poter conoscere i dati sulla qualità dell’aria rilevati dalla centralina fissa e dalla centralina mobile nelle giornate del 21-22 e 23 maggio. Nel tardo pomeriggio (di ieri, ndr) Arpacal Catanzaro – ha aggiunto – mi ha fatto sapere che a breve pubblicheranno un report sul loro sito».

Bolognetti ritiene che «vada posta la questione degli inquinanti non monitorati dall’unica centralina fissa ubicata in quel di Rende. Da quel che vedo la stazione controlla solo i pm10. In rapporto agli inquinanti monitorati dall’unica centralina fissa presente in quel di Rende l’aria respirata nella giornata del 22 maggio era come l’aria respirata in mezzo ai boschi in montagna. Mi permetto di essere quanto meno perplesso. A questo punto potremo saperne di più e avere dati attendibili solo dalla centralina mobile che – ha dichiarato l’attivista – dovrebbe aver misurato anche la presenza di diossina e di Ipa».

Bolognetti, infine, si è chiesto se «i vigili del fuoco hanno monitorato qualcosa prima che sul luogo giungesse Arpacal».


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