X
<
>

Ghemon sul palco dell'evento organizzato da Be-Alternative

Condividi:
1 minuto per la lettura

COSENZA – Metti un tramonto al lago. Metti Ghemon che ti spiega cosa vuol dire ritornare su un palco a suonare. “Per un anno il confronto è stato solo tra di noi” dice dal palco, indicando i musicisti. “Eravamo soltanto noi con i nostri strumenti e il nostro feedback. Era come se non ci fosse più il contatto con la realtà, come se fossimo in una bolla piena d’aria”.

LEGGI L’INTERVISTA A GHEMON

Il pubblico, seduto su dei teli sul prato per rispettare la distanza sociale e le normative anti covid, pende dalla labbra di Ghemon. Si percepisce la difficoltà, il mancato confronto con i propri fan e la voglia di riprendere a cantare più forte di prima.

Un urlo liberatorio è stato quello di Ghemon ieri al lago Cecita, a Camigliatello Silano, nell’evento organizzato dal Be-Alternative. “Chi di voi non è mai stato ad un mio concerto?” Ghemon conta le mani e rassicura “benvenuti, siete a casa”.

Ed è così che ci si sente. Ad essere nel posto giusto, con il lago a far da cornice e il sole che tramonta alle spalle. Alle spalle di questi anni strani. Difficili. Alle spalle di tutti gli entusiasmi spenti che non vedono l’ora di riaccendersi.

Uno scenario magico, un tramonto nel lago e la musica dal vivo: sembrerebbe un sogno e invece è accaduto realmente. All’ingresso gli organizzatori controllavano i Green pass, le file erano ben organizzate e la sicurezza ha svolto un lavoro encomiabile a riprova che la buona organizzazione paga sempre.

Una domenica di aria e musica buona mentre Ghemon, dal palco che ha visto susseguirsi i Villazuk, i Duff e Fabio Nirta, ringrazia per “tutta questa bellezza”.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE