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Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo

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ROMA – Traffico di influenze illecite. E’ l’accusa per la quale Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo, dovrà affrontare un processo nell’ambito di uno dei filoni della maxinchiesta della Procura di Roma sul caso Consip.

Lo ha deciso il gup Annalisa Marzano accogliendo la richiesta del pm Mario Palazzi al termine di una camera di consiglio durata circa due ore. Il giudice ha fissato il processo al prossimo 16 novembre. A giudizio, per la stessa fattispecie penale, anche Italo Bocchino, in passato parlamentare di Alleanza Nazionale e gli imprenditori Carlo Russo e Alfredo Romeo.

Sempre nell’ambito dello stesso procedimento, in cui si è costituito parte civile l’ex ad della stazione appaltante, Luigi Marroni, il gup ha condannato ad un anno di reclusione l’ex coordinatore del Pdl, Denis Verdini per l’accusa di turbativa d’asta. Condanna ad un anno, sempre al termine di un processo svolto con il rito abbreviato, anche per l’imprenditore Ezio Bigotti e per l’ex parlamentare Ignazio Abrignani. Verdini è stato, invece, assolto dall’accusa di concussione così come Bigotti. Per i tre condannati, nel giugno scorso, la Procura aveva sollecitato l’assoluzione per tutte le accuse. Nei confronti di Renzi senior il giudice ha invece fatto cadere l’accusa di turbativa d’asta e per un secondo episodio in cui la Procura contestava il traffico di influenze illecite. Il gup ha, inoltre, assolto l’ex ad di Consip, Domenico Casalino, e il suo omologo in Grandi Stazioni, Silvio Gizzi.

Al centro della tranche di indagine ci sono due gare bandite all’epoca dalla centrale appalti della pubblica amministrazione. La mega commessa Fm4 da 2,7 miliardi e quella da alcune decine di milioni per i servizi di pulizia. Secondo quanto scrivono i pm nell’atto di chiusura delle indagini l’imprenditore Russo “agiva in accordo” con Tiziano Renzi, sfruttando «relazioni esistenti con Marroni, ottenute anche per il tramite del concorrente nel reato Renzi, come prezzo della propria mediazione illecita – scrive la procura – costituita dall’istigare Marroni al compimento di atti contrari al proprio ufficio, consistenti nell’intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4, per facilitare la Romeo Gestioni, mediante l’innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti».

In una prima fase la procura aveva sollecitato l’archiviazione per Tiziano Renzi e le altre posizioni. Nel febbraio del 2020 però il gip Gaspare Sturzo ha parzialmente respinto la richiesta avanzata dai pm disponendo nuove indagini su Renzi senior e l’iscrizione nel registro degli indagati di Verdini, Abrignani e Bigotti per la vicenda legata a presunti illeciti nell’appalto Fm4. Nel motivare nuove indagini il giudice scriveva che non «è facile comprendere le ragioni per cui la procura non abbia ampliato il raggio investigativo sul tema Verdini-Abrignani-Bigotti e Romeo-Bocchino, anche in funzione degli incontri tra Luigi Marroni e Verdini-Bigotti-Abrignani».

Secondo il gip, la procura capitolina, davanti a due gruppi che si contendevano gli appalti Consip (uno guidato da Bigotti e l’altro da Romeo) avrebbe acquisito «materiale probatorio sufficiente» solo sull’imprenditore partenopeo.


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