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Il feretro di Luca Attanasio

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LIMBIATE (MONZA) – Ultimo saluto di Limbiate, cuore della Brianza, a Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in un agguato in Congo assieme al carabiniere Vittorio Iacovacci (LEGGI LA NOTIZIA DELL’ATTENTATO).

Il paese di nascita del diplomatico, al quale è stato sempre legato nonostante i suoi impegni in giro per il mondo, si è stretto attorno al feretro avvolto nel tricolore. All’arrivo nel campo sportivo della cittadina la bara è stata accolta da un lunghissimo applauso.

L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ha presieduto le esequie, nella sua omelia ha voluto consegnare parole di conforto alla famiglia e ai tanti amici che hanno affollato il piccolo stadio.

«Viene il momento in cui ciascuno sta solo alla presenza del Signore. Finiscono i clamori. Il Signore gli chiederà da dove vieni, e Luca risponderà che viene da una terra dove si muore e che non interessa a nessuno. Il Signore chiederà perché Luca sei ferito? E lui risponderà perché ci sono Paesi dove la speranza è proibita e dove la gente che non conta continua ad essere ferita. Il Signore gli dirà: non volgerti indietro, Luca, fratello mio. Troppo breve è stata la tua vita, perciò non volgerti indietro, tu sarai giovane per sempre».

Al termine delle esequie è stato fatto ascoltare un audio di Luca Attanasio, in cui l’ambasciatore raccontava di essere riuscito a sbloccare due voli per l’Italia che avrebbero riportato in patria italiani preoccupati dalle violenze in Congo.

Un audio che si chiudeva con un “Viva l’Italia, sempre” esclamato convintamente dal diplomatico.

Prima che la celebrazione terminasse, è stato letto un messaggio dei genitori: «Distrutti dal dolore ma dobbiamo essere forti e stare accanto a Zakia e alle nostre 3 nipotine».

Conclusa la lettura dei messaggi, il feretro diretto verso il cimitero è stato accompagnato da un lunghissimo e commovente applauso.

In collaborazione con Italpress


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