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Papa Francesco

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ROMA – “Quanto dolore sentiamo nel vedere fratelli e sorelle nostri morire sul mare perché non li lasciano sbarcare. E questo, alcuni in nome di Dio!”.

Lo ha detto papa Francesco in un passaggio “a braccio” della sua omelia nella messa nella Basilica di San Pietro in occasione della terza Domenica della Parola di Dio.

Lo stesso Francesco, poi all’Angelus, si è detto preoccupato per l’aumento delle tensioni in Ucraina: “Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel continente europeo con ripercussioni ancora più vaste. Faccio un accorato appello – ha detto il pontefice – a tutte le persone di buona volontà perché elevino preghiere a Dio onnipotente affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana più che degli interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli. Per questo – prosegue – con preoccupazione, viste le tensioni attuali, propongo che mercoledì 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace”.

Papa Francesco stamane ha celebrato la messa in occasione della III Giornata della Parola di Dio, da lui stesso istituita il 30 settembre 2019. Nel corso della celebrazione, per la prima volta, con un nuovo rito preparato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il Papa conferisce a uomini e donne laici provenienti da diversi Paesi del mondo il ministero del Lettorato e il ministero del Catechista.

Hanno concelebrato la liturgia con il Pontefice dieci cardinali, dieci vescovi e 120 sacerdoti: i concelebranti principali all’Altare della Confessione sono stati l’arcivescovo Rino Fisichella e il vescovo Franz-Peter Tebartz-van Elst, rispettivamente presidente e delegato per la catechesi del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova evangelizzazione.


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