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La sede della Commissione europea

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La Commissione europea ha emesso i primi bond per raccogliere i fondi per il Next Generation: sono stati raccolti sul mercato 20 miliardi di euro tramite un’obbligazione decennale in scadenza il 4 luglio 2031.

Si tratta della più grande emissione di obbligazioni istituzionali in Europa, della più grande transazione istituzionale a tranche unica e del più grande importo raccolto dall’Ue in un’unica transazione, fa sapere la Commissione.

«La domanda è stata superiore di sette volte l’offerta, siamo riusciti a ottenere tassi inferiori allo 0,1%», ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

«Oggi è un giorno davvero storico per la nostra Unione europea. Abbiamo condotto con successo la prima operazione di raccolta fondi per Next Generation Eu», è il commento della presidente della Commissione europea.

«In quanto Unione forte, stiamo raccogliendo fondi sui mercati insieme e investendo in una ripresa comune da questa crisi. È un investimento nel nostro mercato unico. E ancora più importante è un investimento nel futuro delle prossime generazioni europee mentre affrontano le sfide della digitalizzazione e del cambiamento climatico», spiega.

«Il denaro può ora iniziare a fluire per aiutare a rimodellare il nostro continente, per costruire un’Europa più verde, più digitale e più resiliente. Ora visiterò tutti gli Stati membri, per vedere l’impatto di Next Generation Eu sul campo», aggiunge von der Leyen.

La Commissione europea ha deciso invece che le banche che Bruxelles ha sanzionato in passato per non aver rispettato le norme antitrust non possono temporaneamente partecipare alle emissioni obbligazionarie per finanziare il fondo di Recovery.   

Per le operazioni di mercato, l’Esecutivo comunitario ha costituito una rete di banche intermediarie composta da un massimo di 39 enti.

Tuttavia, non tutti sono attualmente in grado di partecipare alle emissioni. La Commissione ha spiegato che applica «un approccio rigoroso per garantire che i soggetti con cui opera siano idonei a essere una controparte dell’Ue, tra l’altro, non violino requisiti di condotta professionale o di integrità del mercato».   

Tra le banche escluse momentaneamente ci sono Nomura, UniCredit, Bank of America, Natixis e NatWest, multate a maggio per aver partecipato a un cartello di negoziazione di titoli di stato europei. Sono escluse anche Barclays, Citigroup e JPMorgan, oltre a NatWest, poiché nel 2019 Bruxelles ha imposto loro sanzioni per la loro partecipazione a due cartelli nel mercato dei cambi.


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