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Il Ministro Roberto Gualtieri con il premier Giuseppe Conte

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C’è qualcuno che scherza con il fuoco e rischia di incendiare un intero Paese. Nel silenzio complice di tutti può anche riuscirci. Per questo abbiamo deciso che avremo ancora meno riguardi nei confronti di chi continua a prendere in giro gli italiani spacciando un reddito di cittadinanza di quart’ordine per i piccoli artigiani con un’operazione di liquidità mai vista a favore delle imprese. Mai vista nel senso che mai si era concepita e così tenacemente difesa un’operazione inefficiente e inefficace fino al punto di trasformare l’Italia nella prima vittima della Grande Depressione mondiale.

Ministro Gualtieri se ha deciso di imprigionare se stesso e l’Italia sotto il ricatto di una burocrazia suicida che spaccia prestiti per contributi a fondo perduto e li rende anche inaccessibili, deve capire che si sta assumendo la responsabilità di mandare in rovina il Paese. Che il suo bel nome verrà stampato a caratteri cubitali nei libri di storia: qui nell’anno 2020 tra garanzie fasulle, scartoffie, esclusione brutale dall’accesso al credito di metà Paese, ci fu un ministro dell’Economia che individuò un piccolo Paesino, si chiamava Italia, e impose ai suoi abitanti che sono meno di 60 milioni di persone ciò che fu risparmiato a sette miliardi e passa di abitanti della Terra. La morte economica.

Trump insegue cittadini e imprese e li inonda di bonifici a fondo perduto sui conti correnti e dice a destra e manca che i debiti pubblici per la globalità della crisi non potranno che essere azzerati. Tutti, dico tutti i Paesi del mondo, fanno altrettanto nel giro di qualche giorno e trasferiscono liquidità a fondo perduto a chi non può più mangiare, a chi non fattura più e a chi non riceve più lo stipendio a causa di colpe sempre non loro, noi facciamo gli sbruffoni in conferenza stampa, giochiamo con le centinaia di miliardi, ci prendiamo il plauso della cosiddetta stampa di qualità che non sa distinguere un soldo vero da un soldo fasullo, ma poi tiriamo dritto sulla strada che porta al cimitero e sottoponiamo a un calvario burocratico chi è murato in casa per avere chissà quando soldi che dovrà pure restituire e che intanto dovranno consentirgli di pagare le tasse su un reddito che non avrà più per permettere ai burocrati italiani di continuare nel frattempo a incassare lo stipendio.

Ministro Gualtieri prenda esempio, se ne ha il coraggio, dalla Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, Carla Ruocco, e intimi a chi di dovere -esattamente come ha fatto lei – che non può essere più consentito a nessun direttore di filiale di banca di impedire l’accesso al credito a un’azienda perché è iscritta sul registro della centrale rischi. Perché se anche lui come tutti i burocrati che la circondano e le dettano la linea non lo hanno capito, esiste un prima Coronavirus e un dopo Coronavirus. Nulla può più essere come prima. Se non lo fa ministro Gualtieri perché ha la coda di paglia di non avere concesso la garanzia al 100% di tutela penale alle banche, prenda atto che ha sbagliato per codardia e la faccia finita. Arrotoli il decreto, lo butti nel cestino, lo riscriva di suo pugno e consegni ai burocrati ordinando loro di mettere in bella copia le 50 righe che servono per salvare il Paese.

Tutto quello che ci sta dando e ci darà ancora l’Europa non servirà a niente se prima non sblocchiamo la liquidità di sopravvivenza. Potrà consentirci di fare una bara più bella ma non potrà mai restituirci la vita.


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