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Il membri del governo

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Noi vogliamo bene all’Italia e solo per questo ci siamo imposti di non soffiare sul fuoco della polveriera sociale che può incendiare il Paese in autunno. Siamo sull’orlo del baratro e ci comportiamo come se avessimo il portafoglio pieno e i miliardi che ci ballano. Calpestiamo il Mezzogiorno e il lavoro privato con la brutalità che solo l’ignoranza delle cose può consentire. Non riapriamo il pubblico impiego, il sindacato tutela privilegi fuori dal mondo, e raccontiamo la favola della didattica a distanza in una scuola colpevolmente dimezzata.

Lasciamo morire il commercio, chiudiamo l’economia a partire dal turismo, e crediamo di potere ricominciare come se nulla fosse ridando i soldi ai Soliti Noti e regalando spesa pubblica ai ricchi rubandola ai poveri facendo l’esatto contrario di quello che ci chiede l’Europa. Facciamo finta di cambiare la macchina pubblica per cui gli investimenti rischiano di non partire mai e litighiamo su chi nomina i commissari e su quali opere devono avere la priorità quasi che fosse discutibile il dato di fatto che negli ultimi venti anni si è azzerata la spesa per investimenti nel Mezzogiorno (0,15% del Pil) e si vuole addirittura proseguire con l’andazzo incostituzionale di fare figli e figliastri nella sanità pubblica adesso addirittura anche con i fondi europei del Mes che non abbiamo nemmeno il pudore di chiedere ma sottobanco già ci dividiamo.

Non so se si è capito bene quello che sto dicendo: con la consueta miope arroganza vogliamo prenderci i soldi europei per fare regali a Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, la governance reale del Paese che unisce Destra e Sinistra, quando l’Europa ci aiuta eccezionalmente per l’ultima volta affinché facciamo finalmente gli ospedali pubblici, terapie intensive e ricerca nelle regioni del Mezzogiorno arbitrariamente private dei loro diritti costituzionali.

Siamo alla vergogna delle vergogne. Non sarà mai troppo tardi quando gli amministratori delle Regioni meridionali avranno la dignità di rivolgersi alla Corte costituzionale per tutelare i diritti di cittadinanza delle proprie popolazioni. Questo giornale con l’avallo delle principali istituzioni economiche, contabili, statistiche della Repubblica italiana ha condotto ben tre operazioni verità (mai smentite da chicchessia) che documentano lo scippo da 60 e passa miliardi di spesa pubblica l’anno del Nord a danno del Sud e che sono la base giuridica della necessaria azione davanti alla suprema Corte. Ritenevamo che almeno il Coronavirus avrebbe consentito di bandire certe pratiche da Nord ladrone.

Non è così se è vero come è vero che si è predisposta una bozza di ripartizione degli eventuali aiuti del Mes che continua a dare smaccatamente di più alle Regioni del Nord rispetto a quelle del Sud e si litiga sulle grandi opere da inserire nelle liste delle priorità con l’obiettivo della Sinistra Padronale di continuare a privilegiare in modo miope il Nord a spese del Sud.

Questa è l’amara realtà e francamente siamo allibiti davanti allo spettacolo di un ministro dell’Economia che ha un buco di cassa di 50 miliardi, qualcosa che vale tre manovre, e non dice come intende coprirlo con l’assestamento di bilancio né anticipa il Def. Si permette di dire che è assolutamente urgente utilizzare le risorse comunitarie mentre continua a fabbricare leggi inattuabili e a prevedere decreti attuativi che non vengono adottati. Non perde una parola per ricordare a tutti che l’Europa pone una sola condizione: dovete spendere bene i quattrini che vi diamo mettendo al centro il Mezzogiorno. Dovete spenderli per fare quelle infrastrutture di sviluppo negate al Sud che consentono di perseguire il riequilibrio territoriale e di fare ripartire l’economia dell’Italia intera. Non lo dice, ma è così: dovete fare l’esatto opposto di quello che avete fatto fino a oggi. Soprattutto, dovete farlo in fretta.

La Sinistra Padronale deve smetterla con il vizietto di aiutare gli amici degli amici ovviamente sempre ricchi e deve dare una mano a Conte per sbloccare poteri commissariali, alta velocità ferroviaria al Sud e smontare senza ipocrisie abuso d’ufficio e codice degli appalti. A sua volta Conte deve avere la forza di imporre ai grillini di uscire dal tunnel delle politiche assistenzialiste e dalla pratica delle regalie agli amici incompetenti perché la priorità è fare ripartire il lavoro. Sempre Conte deve abolire quota 100 per le pensioni che è il frutto della stessa cultura assistenzialista ma di impronta grillina. Se si vuole evitare il baratro, fatto di crollo dell’economia reale e di sfiducia dei mercati, il percorso è obbligato. Per poterlo percorrere insieme o con altri bisogna almeno capirlo.


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