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Un negozio chiuso

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La grande paura della tempesta economica che è in arrivo deve essere almeno pari a quella dei nuovi contagi. C’è chi si accorge oggi della sofferenza a causa della seconda ondata del Covid e della conseguente nuova stasi dell’economia e chi se ne accorgerà l’anno prossimo quando sarà di sicuro licenziato perché non ci saranno più paracaduti sociali. 

L’Italia è nel pieno dell’uragano della Grande Depressione mondiale con il suo carico storico di fragilità e vulnerabilità, ma si continuano a diffondere dati mese dopo mese apparentemente positivi guardandosi bene dal fare il confronto con l’anno precedente e sterilizzando nella comunicazione l’effetto Covid al limite dell’incoscienza. Si arriva perfino a ipotizzare crescite fantasmagoriche con moltiplicatori legati al Recovery Fund al momento fondati sul nulla o, in minima parte, sui soliti progetti “panchina” che consentono di aprire cantieri e finanziare clientele sempre e comunque solo in una parte del Paese.

Nel mondo reale, che è quello di un’Italia che è entrata nel nuovo ’29 con i due soli territori europei, Nord e Sud, che non avevano ancora raggiunto i livelli pre-crisi del 2007/2008, c’è chi si accorge oggi della sofferenza a causa della seconda ondata della Pandemia e della conseguente nuova stasi dell’economia e chi se ne accorgerà l’anno prossimo quando sarà di sicuro licenziato perché non ci saranno più paracaduti sociali e l’effetto combinato delle due emergenze si materializzerà con la perdita del posto di lavoro. Leonardo Sciascia denunciava la mafia “dentro lo Stato” in Sicilia ma ciò che lo preoccupava di più erano i professionisti dell’antimafia, temeva che non ce ne saremmo mai più liberati. Oggi abbiamo scoperto i professionisti dell’anti Covid e abbiamo voluto che diventassero i giudici della vita umana e della vita economica delle persone con il loro bagaglio di sentenze sempre diverse tra di loro ma emesse a altitudini sempre più alte di auditel. A questo si aggiunge l’eterno pollaio della Conferenza Stato-Regioni dove lo Stato diventa gallina e un’infinità di galli regionali con la cresta lunga vogliono con idee e interessi sempre diversi imporre il loro credo che tendenzialmente è il loro interesse soddisfatto con i soldi dello Stato.

I primi e i secondi hanno occupato manu militari le televisioni pubbliche e private italiane. Sono fenomeni che, se non ricondotti nell’alveo corretto, possono distruggere il Paese. Perché apri le scuole e ignori che le Italie sono due. Perché quasi nessuno è quasi d’accordo con qualcun altro su mascherine, partite di calcio, discoteche, feste di matrimonio, e così via praticamente su tutto. Di bolla in bolla, tra un talk e l’altro, finiamo tutti sott’acqua ma il pericolosissimo ottimismo di maniera sparso a piene mani ci fa credere che c’è un amico europeo che ci porta i soldi in casa e ce li fa spendere come vogliamo noi. Di questo passo si finisce dritti dritti nel burrone senza nemmeno accorgersene. Non c’è più tempo per questo balletto degli equivoci. L’unico progetto Paese che può fare crescere l’Italia a ritmi davvero sostenuti si chiama Mezzogiorno.

A partire da scuola, ricerca, università, digitale, questo è il capitale umano su cui deve scommettere non il Mezzogiorno ma l’Italia perché questa è la sua assoluta priorità insieme alla riunificazione infrastrutturale materiale delle due Italie a partire dai treni veloci.

Chi guida la politica economica del Paese si sporchi le mani su questi terreni e rinunci ai soliti progetti “panchina” che sono l’origine del declino italiano. Soprattutto, dismetta l’abito azzardato della comunicazione conveniente. Anzi, faccia di più, prenda le distanze dai troppi che praticano follemente questo esercizio. Piuttosto operi sui mercati emettendo più titoli e, in particolare, emettendo più titoli a lunga scadenza perché la grande paura della tempesta economica che è in arrivo deve essere almeno pari a quella dei nuovi contagi. Bisogna mettere fieno in cascina perché all’orizzonte ci può essere una tempesta mondiale che agli altri fa meno male e a noi invece fa (molto) più male. Siccome questo rischio c’è ed è reale, allora è giusto fare una bella provvista di cibo a lunga conservazione perché dobbiamo stare il più a lungo al coperto. Questo si deve fare, ma per farlo bisogna almeno capire di economia.


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