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Mario Draghi

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Il governo Conte non è caduto per i trabocchetti altrui, ma si è praticamente buttato di suo nel mare. La verità è che del Recovery plan italiano ne hanno sempre parlato, ma non se ne sono mai occupati, fino a constatare che non c’è un’idea di Paese, una visione. Quando hanno capito che erano troppo indietro, che avevano sbagliato il metodo aprendo indiscriminatamente a tutte le proposte, hanno passato le carte al Tesoro e hanno chiesto aiuto. Troppo tardi

Nel mondo c’è un dubbio: gli italiani sono capaci di prendersi delle responsabilità? Lo puoi girare anche così: siete volenterosi, siete generosi, siete bravi, siete capaci, ma siete anche capaci di prendervi delle responsabilità? L’interrogativo ridotto all’osso ne esprime un altro ancora più forte: siete capaci di fare ciò che dite di volere fare? Questo è il problema politico italiano e Draghi sarà la soluzione condivisa di questo problema. Che è strutturale. Che è diventato endemico. Che viene prima di tutto.

Non ho mai preso in considerazione l’ipotesi che non ci sia un governo Draghi semplicemente perché il Paese non si può permettere che ciò non accada. Non mi appassiona minimamente la discussione su tizio o caio che entra al governo con il solito fuoco d’artificio italiano o l’alchimia tra composizione politica e tecnica dove la politica è sempre quella degli hashtag e degli amici degli amici per cui si straparla prima di capire di che cosa si sta parlando.

Per me il governo di unità nazionale che serve a questo a Paese e che ha la sua guida in Mario Draghi non ha questo tipo di problemi. Perché l’uomo che ha scelto Mattarella per disincagliare il Titanic Italia, uscire dall’emergenza e fare ripartire il Paese ascolterà tutti, forze politiche e forze sociali, sarà attento a tutto e a ogni tipo di sollecitazioni, ma non si farà condizionare, non metterà gli amici ma gente brava.

Al Tesoro ha scelto i migliori. In Banca d’Italia ha scelto i migliori. Alla Bce ha scelto i migliori. A maggior ragione nel governo della Repubblica italiana sceglierà i migliori per fare le cose che si devono fare tenendo conto di tutto e di tutti. Perché questo richiede la situazione e questo esige la politica con la P maiuscola.

Il governo Conte, spiace dirlo perché era stato avvisato da questo giornale, finisce a settembre. Non è vero che è caduto per i giochetti di questo o di quello, le manovre sottobanco del Pd e quelle sopra sotto di lato di Renzi. Perché nella crisi il governo Conte non ci è caduto per i trabocchetti altrui, ma si è praticamente buttato di suo in quel mare con un tuffo carpiato verticale senza sapere ancora nuotare bene. Perché la verità è che di questo Recovery Plan italiano ne hanno sempre parlato, ma non se ne sono mai occupati. Che è qualcosa di peggio di constatare dopo che non c’è un’idea di Paese, una visione.

Quando hanno capito che erano troppo indietro, che avevano sbagliato il metodo aprendo indiscriminatamente a tutte le proposte, hanno passato le carte al Tesoro e hanno chiesto aiuto perché c’era uno che gli rompeva le scatole. Troppo tardi.

Questo è l’errore politico del governo uscente, di cui Conte che stimiamo – è una persona perbene, ha avuto sempre buone idee sul Mezzogiorno e ha operato bene nella prima fase della pandemia – paga oggi le conseguenze politiche. Spagnoli e portoghesi hanno fatto un buon lavoro e sono alla organizzazione di dettaglio della fase esecutiva. Il migliore piano lo hanno i greci perché chi li guida ha esperienze internazionali, aveva le idee chiare e ha chiesto gli aiuti giusti.

Oggi in Europa la Grecia è una Ferrari e noi siamo fermi ai box con una utilitaria. E il mondo si chiede: ma gli italiani sanno prendersi delle responsabilità? Per togliere questo dubbio al mondo arriva il governo Draghi. La politica non sprechi la grande occasione della sua rilegittimazione.


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