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Un vertice di Mario Draghi con le Regioni

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Sulla scuola si gioca la partita della prossima stagione per cui il sì al green pass di professori, universitari e personale scolastico non si discute. Attenzione, però, bisogna che le Regioni che stanno imparando a prendere ordini, usino i soldi in più ricevuti (che non sono pochi) per aumentare davvero, dopo un anno di chiacchiere, l’offerta di trasporto pubblico che, nel pieno della pandemia, è rimasta praticamente invariata come dimostrano i dati ufficiali resi noti ieri. Non saranno più tollerati negligenze e ritardi perché il conto lo paga l’intero Paese

La musica è cambiata. Le Regioni sono sorvegliate speciali e devono fare il loro. Non devono discutere. Devono attuare in modo efficiente le decisioni del Governo. I partiti hanno facoltà di fare rumore, ma non fino al punto di impedire di mettere in sicurezza la vita delle persone e la crescita dell’economia.

La ripartenza da locomotiva europea dell’Italia è legata al successo della campagna di vaccinazione. Dietro questo successo ci sono i risultati di un metodo di lavoro che non è quello di un uomo solo, che è l’allenatore, ma di una squadra di governo che ha imparato a giocare insieme. Il metodo Draghi ovunque sia stato si è tradotto nella scelta della persona ritenuta più competente per fare quella cosa.

Ovviamente anche Draghi ha commesso errori e altri ne commetterà. Il metodo, però, è quello di chiedere all’esercito chi è il migliore nella logistica e di fidarsi del nome indicato. Così è accaduto con il generale Figliuolo e, in questo caso, è andata bene. Se è vero, come è vero, che siamo il terzo Paese al mondo per numero di vaccinati rispetto alla popolazione e che abbiamo di sicuro riaperto l’economia meglio di tutti. Come la crescita acquisita e le proiezioni realistiche sull’andamento del Prodotto interno lordo (Pil) anche nella seconda parte dell’anno confermano.

Non è, però, solo una questione di metodo nella scelta delle persone, si avverte prima una rotta chiara e una scala di priorità che consente mediazioni (pragmatismo tra agosto e settembre sui vari tipi di mezzi di trasporto e su attività legate al turismo) ma esclude immobilismi. Che obbliga, cioè, tutti a prendere atto della necessità di andare avanti. Si sono dovuti arrendere partiti, Regioni e sindacati anche se il governo non dovrà mai accontentarsi del via libera di volta in volta alla mediazione di turno, ma vigilare perché tutte le parti che accettano la mediazione facciano quello che devono fare.

Sulla scuola si gioca la partita della prossima stagione per cui il sì al green pass di professori, universitari e personale scolastico tutto non si discute. Attenzione, però, bisogna che le Regioni che stanno imparando a prendere ordini, usino i soldi in più ricevuti (che non sono pochi) per aumentare davvero, dopo un anno di chiacchiere, l’offerta di trasporto pubblico che, nel pieno della pandemia, è rimasta praticamente invariata come dimostrano i dati ufficiali resi noti ieri.

Qui la competenza è interamente regionale come lo è la gestione del sistema della medicina sul territorio. Non saranno più tollerati negligenze e ritardi perché il conto lo paga l’intero Paese.

Su questi due temi di una istituzione molto costosa e poco credibile, come quella regionale, si misura l’ultima chance di tornare davvero utili ai cittadini. Non esistono altre ragioni per giustificare l’esistenza di un apparato del genere.


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