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Il presidente Giuseppe Conte e il ministro Roberto Gualtieri

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Decreti, decreti, decreti. Carte, circolari, scartoffie. Di euro non se ne vede uno. Non solo non ti danno nulla, ma qualcuno dopo averti chiuso in casa ti vuole anche mettere le mani in tasca e ripulirti il portafoglio. Meglio succhiare un osso che un bastone, dice Romano Prodi, e si riferisce all’Europa. Che, alla fine, ha caricato 1100 miliardi nei cannoni della Banca Centrale europea, spara a getto continuo contro chiunque voglia speculare sui titoli sovrani italiani e si è impegnata a farlo a questi ritmi fino alla fine dell’anno. Se un anno e mezzo fa ci avessero detto che il Meccanismo europeo di stabilità ci dava 40 miliardi senza condizionalità per rifare gli ospedali avremmo detto che non avevamo voglia di essere presi in giro. Oggi ci fa ribrezzo, agli spagnoli no. La cassa integrazione europea era una vecchia proposta italiana, ma oggi che c’è – vale 100 miliardi – non ci fa né caldo né freddo. Così come i 200 miliardi di prestiti Bei ci sembrano bruscolini.

Se l’Europa nemmeno davanti alla Grande Depressione mondiale vara un fondo europeo e stampa debito pubblico comune con i Covid bonds decide consapevolmente la sua scomparsa. Nel frattempo, però, assistiamo alla follia dell’unico Paese occidentale che spaccia per decreto di liquidità il decreto di “bancarotta” dell’Italia concepito e scritto dagli uffici legislativi perché si annuncino 400 miliardi da erogare e non ne escano più di 20. Capite allora che, in queste condizioni, qualunque tipo di cassa europea non è gradita ma indispensabile? È una questione di vita o di morte economica.

Sul Coronavirus abbiamo sacrificato più donne e uomini al mondo per le evidentissime inefficienze della Lombardia e l’incapacità di metterla sotto controllo, non si firmi ora l’atto di morte dell’Italia produttiva perché non si trova qualcuno che accompagni alla porta chi è sì vittima di un ginepraio di leggi mai smontato ma fa finta di non capire che il ginepraio non vale in tempi di guerra e deve scrivere decreti di 50 righe non di 50 pagine. Perché i soldi devono arrivare sui conti correnti non smarrirsi nei meandri addirittura allungati della burocrazia. La gente ha perso da tempo la pazienza, le imprese non possono morire per pelosa cecità burocratica. Il decreto di “bancarotta” va ritirato e riscritto in poche ore. Prima che sia troppo tardi.

Questo giornale in assoluta solitudine il nove marzo ha chiesto al Governo Conte di varare un gabinetto di guerra con i suoi uomini migliori per impostare e guidare la ricostruzione economica dell’Italia. Abbiamo stima e fiducia in Vittorio Colao, che non ha bisogno di presentazioni, meno della pletora di professori che lo affiancheranno. L’Italia ha disperato bisogno di uomini di guerra che si sporchino le mani per frantumare stratificate distorsioni della spesa pubblica.

Hanno reso il Nord assistito appendice meridionale del gigante tedesco malato e il Sud impoverito colonia abbandonata che deprime l’intero mercato dei consumi italiani. Bisogna sporcarsi le mani con società di capitale pubblico di mercato che conservino l’Italia nel novero dei Paesi industrializzati non spingerla nelle praterie abbandonate della decrescita felice. Bisogna dare ordini consapevoli alla corporazione degli epidemiologi non riceverne perché il governo complessivo del Paese viene prima di loro non dopo. A quelle menti perverse del Pd che è venuto in testa in un momento come questo di mettere tasse su chi ha ancora per poco un reddito vogliamo dire che gli ospedali psichiatrici sono ancora aperti e sono pronti ad accoglierli. Non avremmo mai creduto nella nostra vita di dovere ringraziare il Movimento cinque stelle per averli mandati a quel Paese e di dovere rimpiangere Berlusconi che in momenti difficili del passato ha avuto l’atteggiamento di responsabilità che oggi conferma Tajani. Nulla di nemmeno lontanamente paragonabile alla speculazione politica leghista sui cadaveri caldi da Coronavirus e su quelli da sventare di imprese e lavoro.

Con questa armata Brancaleone al potere olandesi e tedeschi farebbero di noi consapevolmente polpette e di loro inconsapevolmente arrosto. Dio ce ne scampi per noi e per loro.


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