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La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli

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Ora tutti hanno scoperto che in cassa c’è un buco da 50 miliardi e che la lista degli appalti prende in giro metà Paese dando briciole al Sud e soldi veri al Nord. Fanno bene i governatori del Mezzogiorno a chiedere conto dei soprusi miopi che impediscono la ricostruzione dell’economia italiana

Ce la faranno i nostri eroi, Francesco Boccia e Giuseppe Provenzano, ministri delle Regioni e del Mezzogiorno, a fare ragionare la Sinistra Padronale che tiene in ostaggio Conte e il Paese? Che cosa si deve fare per liberare le due Italie dall’ossessione del codice degli appalti dell’ex ministro del Pd Delrio e liberare quel partito e l’economia italiana dal più clamoroso calcio negli stinchi che un Paese può dare a se stesso? Ci sarà qualcuno nel Pd in grado di ricordare a Delrio che aveva preso l’impegno di ridurre le stazioni appaltanti da 35 mila a 5 mila e, cioè, al doppio di Germania e Francia, ma che non è successo assolutamente nulla e questa inerzia la paga un’economia paralizzata che non fa investimenti e precipita in fondo a tutte le classifiche?

Ma per quanto tempo ancora si può pensare che l’Italia possa sopportare l’azione e i disastri del peggiore ministro della storia repubblicana che risponde al nome di Paola De Micheli, sempre del Pd, che si permette di prendere in giro i cittadini italiani confondendo opere cantierabili con risorse disponibili e che arriva perfino, cosa che non le perdoneremo mai, a prendere in giro i cittadini calabresi e del Mezzogiorno scambiando progetti per cantieri, treni di media velocità per alta velocità, sempre a favore del Nord e sempre subdolamente contro il Sud?

È riuscita a bloccare una regione intera, la Liguria, questa impresentabile ministra senza chiedere scusa e ritirare ad horas le sue demenziali disposizioni, riuscendo nel miracolo di fare apparire il predecessore grillino Toninelli un pozzo di competenza al suo confronto. Con splendido tempismo è riuscita a affidare la gestione del ponte Morandi ai Benetton nello stesso giorno che la Consulta ha ritenuto legittimo escluderli dalla ricostruzione dello stesso Ponte. Ma in che mani, ci chiediamo, siamo finiti? Che cosa aspetta Zingaretti a prendere le distanze da questo pericolo pubblico che è la De Micheli e il Presidente Conte a chiedere per impresentabilità e incompetenza acclarate le sue irrevocabili dimissioni? Da Palazzo Chigi è uscito un documento a firma del capo del Dipartimento, Antonio Scino, di designazione leghista, che voleva fare saltare il vincolo del 34% delle risorse al Sud e destinarle come sempre al Nord, possiamo chiedere, come giustamente ripete giorno e notte Provenzano, per quale misteriosa ragione è ancora lì al suo posto?

Ci fermiamo qui. Non abbiamo voglia di proseguire. Quello che deve essere chiaro a tutti è che esiste un giornale che si è permesso di segnalare nel silenzio servile dei cosiddetti giornali di qualità che c’è un buco di cassa di 50 miliardi che ora hanno scoperto tutti e che la lista degli appalti del decreto semplificazioni (vero De Micheli?) continua a prendere in giro metà Paese dando briciole al Sud per continuare a studiare e soldi veri ai cantieri nel Nord ovviamente con il plauso di buona parte anche dell’informazione che nella migliore delle ipotesi non capisce. Basta!!!

Fanno bene i governatori del Sud a abbracciare la campagna di questo giornale, condotta in assoluta solitudine e avallata dalle principali istituzioni economiche, statistiche e contabili della Repubblica italiana, e a dire chiaro e tondo che con i soprusi delle Regioni del Nord di Sinistra e di Destra se la vedranno davanti alla Corte Costituzionale perché ogni limite ha una pazienza. Come direbbe il grande Totò. A tutti i sapientoni del pensiero unico ci permettiamo di ricordare che abbiamo sfondato il pavimento e distrutto le cantine, siamo sotto gli ultimi in tutto perché continuiamo a fare regali a un Nord assistenziale e togliamo risorse produttive al Mezzogiorno che può salvare l’intero Paese. Se ne è accorta perfino la Merkel non i cosiddetti giornali di qualità e la Sinistra Padronale con i suoi ministri impresentabili. Presidente Conte questa volta o riuscirà a cambiare rotta con i fatti o salterà. Sia chiaro: chi prenderà il suo posto o cambierà rotta o farà saltare l’Italia. Questi sono i punti veri. Il resto sono chiacchiere. Penose.


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