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Il Governo Conte Bis in Parlamento

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Basta giochi e giochetti tipo quelli del Pd sul codice degli appalti. Un vero decreto semplificazione e 30 miliardi di cantieri aperti in un mese sono l’ultima spiaggia per la boccheggiante economia italiana e per la credibilità in Europa del Paese

I soldi del Meccanismo europeo di stabilità non arriveranno, perlomeno oggi non li vogliamo, ma i loro funzionari prima o poi verranno a chiederci conto del perché non siamo capaci di spendere non i soldi loro che non abbiamo voluto ma nemmeno quelli che giacciono inutilizzati dei fondi europei di coesione. Siamo grandi parlatori.

Parliamo di elezioni regionali.

Parliamo di Mes. Parliamo di nuovi governi.

Parliamo di elezioni politiche. Parliamo del problema politico del Pd.

Parliamo del problema politico dei 5 Stelle e, se necessario, parliamo anche del problema Di Battista.

Parliamo delle manifestazioni di piazza “distanziati” delle opposizioni sovraniste.

Parliamo del Coronavirus che aumenta i contagi non che non c’è più nessuno di loro in ospedale.

Parliamo del Coronavirus che tornerà a ottobre e mai di tutti quelli che in questi mesi non si sono potuti curare perché il Coronavirus ha sequestrato gli ospedali.

Parliamo del prossimo sequestro di massa da Coronavirus non dei malati lasciati in eredità dal primo sequestro per patologie che non sono quelle della Grande Pandemia.

Parliamo di quello che dicono i virologi che si sono attaccati al televisore e non se ne vanno.

Parliamo di loro perché non hanno cambiato stile e si continuano a segnalare per la varietà delle opinioni quasi mai tecnicamente argomentate ma sempre generosamente elargite.

Parliamo senza saperlo della decrescita felice di un Paese che sta morendo facendo finta di non accorgersene.

Tutti questi parlatori parlano di tutto meno che dell’unico argomento che li dovrebbe vedere tutti uniti non a parlare ma a fare.

Svegliatevi, per piacere! Siamo nel pieno della Grande Depressione Mondiale. C’è un solo grande malato di cui occuparsi, che è la sintesi terribile della nostra economia che sprofonda e della Grande Povertà in arrivo, e invece stiamo a difendere il codice degli appalti che aveva fatto dell’economia italiana il fanalino d’Europa e una indifendibile burocrazia centrale che, insieme a quelle regionali ancora più bizantine, è riuscita vergognosamente a moltiplicare in piena Pandemia le sue complicazioni tra giri a vuoto dei damerini della Sace e cassa integrazione negata. Ha fatto mancare ossigeno finanziario e fiducia risarcitoria dovuti ai settori più vitali dell’economia reale, avviati per colpe non loro a uno stato fallimentare di massa. Basta giochi e giochetti. Un vero decreto semplificazione e 30 miliardi di cantieri aperti in un mese sono l’ultima spiaggia per la boccheggiante economia italiana e per la credibilità in Europa del Paese. Siamo sbalorditi dal muro alzato dal Pd sull’abolizione delle gare e sui poteri di commissari ai sindaci per le grandi opere.

Ricordiamo che fu il ministro del Pd Delrio a impegnarsi a ridurre da 35mila a 5 mila le stazioni appaltanti che avrebbe voluto dire averne comunque più del doppio di Francia e Germania. Ovviamente non ne abbiamo persa nemmeno una di stazione appaltante. La trasparenza in Europa è garantita dal fatto che il selezionatore segue nel tempo l’evoluzione dei lavori, non dalla gara al ribasso con cui il piccolo imprenditore di fatto già fallito porta a casa l’anticipo che gli permette di rinviare di qualche mese il default e non certo di realizzare l’opera. Ha vinto la gara grazie al fatto che se il funzionario appaltante si permette di scartarlo a favore di uno più attrezzato incorre come minimo nel reato di abuso d’ufficio. Questa è la situazione italiana di oggi. In Francia e in Germania c’è un controllo nel tempo legato alla vita intera dell’opera: se viene meno la coerenza tra impegni e realizzazione la stazione appaltante solleva problemi in tempo reale. Non è così frequente, però, il problema perché le procedure sono tutte digitalizzate e la preparazione della stazione appaltante mette molta cura nella selezione.

Spiace davvero doverlo constatare, ma è proprio quello che vuole fare Conte e che il Pd vuole impedirgli di fare. Siamo oltre il masochismo. Siamo fuori della realtà. Ieri il parroco di Scalea, in Calabria, ha atteso il treno di Italo per benedirlo con una folla intorno che ricorda una scena da anni Cinquanta. Mancava solo la banda musicale. Lo Stato negato da una classe politica tanto miope quanto supinamente piegata a improbabili poteri forti, peraltro decaduti, fa ritenere quasi un segno della provvidenza un treno dovuto a chi paga le tasse come gli altri che non è la solita locomotiva da carne da macello e arriva a Scalea per scelta di un operatore privato. Questo ci dice il Paese reale. Su questo dovrebbe riflettere la Sinistra Padronale per salvare se stessa e l’Italia. Con il codice degli appalti, i soliti pasticci da prima, seconda, tripla morale, i soliti decreti attuativi, si possono solo anticipare l’arrivo della povertà e il discredito internazionale. Siamo sulla buona strada. Perché siamo così presuntuosi da non riuscire nemmeno a capirlo.


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