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Il premier Mario Draghi alla cerimonia di giuramento dei Sottosegretari di Stato

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La centralizzazione deve partire dal piano vaccini perché se facciamo più tardi di tutti è la fine. Gli Stati Uniti hanno vaccinato cinquanta milioni di persone. L’Inghilterra dopo tanti errori sta facendo bene il suo. La ripartenza delle economie di tutto il mondo dipende dalla velocità con cui ogni singolo Paese riesce a vaccinare il maggior numero possibile di persone. Questo è il punto strategico da cui dipende tutto. Lo stomachevole balletto tra Capi delle Regioni non è più tollerabile. Il caso Lombardia

Il cambiamento c’è e si vede. C’è un disegno e si cercano gli uomini più qualificati per attuarlo. Finalmente la regia centralizzata non è solo una enunciazione di principi. Si è partiti dal piano vaccini come è giusto che sia con la nomina del generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo, che ha gestito la logistica dell’esercito ed è stato scelto perché ritenuto il più capace. Con il nuovo capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, e la guida salda dei servizi segreti e della sicurezza del Paese nelle mani di Franco Gabrielli, il peso del potere centrale nella gestione della lotta al Covid sale esponenzialmente.

Il nuovo provvedimento di ieri si muove nella stessa, identica direzione, che non è più quella di prima. Zone bianche, zone rosse: si fa così, si fa colì, le regole sono queste, il margine di discrezionalità esiste ma è circoscritto, soprattutto chiaro e limitato. Scuole aperte o Didattica a distanza: chiusure ermetiche in zone rosse, discrezionalità se arancione o gialla. Sostegno per le famiglie con i figli che restano a casa. Musei, teatri, cinema, impianti sportivi, queste sono le regole. Tavolo di confronto con le Regioni per procedere all’eventuale aggiornamento dei parametri per la valutazione del rischio epidemiologico.

La centralizzazione deve partire dal piano vaccini perché se facciamo più tardi di tutti è la fine. Gli Stati Uniti hanno vaccinato cinquanta milioni di persone. L’Inghilterra dopo tanti errori sta facendo bene il suo. L’Europa arretra nel mondo e se noi anche sui vaccini arretriamo, non abbiamo più speranze perché in economia oggi siamo già gli ultimi in Europa e le previsioni per i prossimi due anni ci confermano come ultimi al fianco della Grecia. La ripartenza delle economie di tutto il mondo dipende dalla velocità con cui ogni singolo Paese riesce a vaccinare il maggior numero possibile di persone. Questo è il punto strategico da cui dipende tutto.

Lo stomachevole balletto tra Capi delle Regioni non è più tollerabile. Non è possibile andare avanti con il giochetto delle responsabilità per cui in Valle D’Aosta si vaccinano i giornalisti e in Sicilia gli avvocati. Il balletto degli io ipertrofici dei Bonaccini, degli Zaia, dei Fontana e dei De Luca e il caos di competenze e poteri rallentano i tempi sia in termini di organizzazione sia di efficienza delle macchine esecutive. Serve un criterio unico veloce e meno tolleranza per chi è cronicamente in ritardo.

Non è più tollerabile, a un anno dalla pandemia, con molti cambi in corsa che perfino la piccola Basilicata abbia una percentuale di vaccinazione in proporzione alla popolazione superiore a quella della Lombardia: il 71,5 contro il 65,8%. Non è tollerabile che la Regione Veneto faccia ancora peggio della Lombardia. Molto più indietro Lombardia e Veneto della Campania (77,5%) guidata dal folcloristico Vincenzo De Luca.

Rendiamoci conto che, dal 2012 al 2018, mentre l’Italia “perdeva” oltre 42mila operatori sanitari, tra medici e infermieri, e solo la Campania era costretta a fare a meno di 10.490 dipendenti, in Lombardia, nello stesso periodo, i medici negli ospedali aumentavano di 290 unità.

Stendiamo un velo pietoso sugli investimenti pubblici pro capite in sanità perché qui le Italie non sono di serie A e di serie B ma di serie A e di serie C2. Il Paese intero non può pagare il conto delle inefficienze di una Lombardia che è di certo quella che ha avuto di più. La regia centralizzata è un obbligo per cercare di salvare l’Italia ma se le inefficienze persistono commissariare la Regione Lombardia sarà inevitabile.


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