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Il premier Mario Draghi

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Non è anormale che un governo cerchi di semplificare le procedure amministrative del labirinto italiano. Era anormale la stratificazione normativa e di potere che si era creata prima e che ha soffocato per venti anni tutto e tutti. Non è anormale che si voglia rinforzare la pubblica amministrazione assumendo analisti informatici, esperti in gestione, rendicontazione e controllo, in progettazione. Era anormale che si fosse svuotata la pubblica amministrazione centrale e locale. Scelta dopo scelta, il governo Draghi porta l’Italia sulla strada di un Paese serio che fa le cose senza enfasi

NON E’ anormale che un Presidente del Consiglio parli quando deve parlare. Era anormale che parlasse quando non aveva nulla da dire.

Non è anormale che un vicepresidente della Banca europea degli investimenti (Bei) diventi amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti. Era anormale quello che accadeva prima quando si inventavano ruoli e competenze.

Non è anormale la lettera di Di Maio che dice cose di assoluto buon senso e, cioè, che visto con gli occhi di oggi è giusto scusarsi per la gogna mediatica dell’ex sindaco di Lodi assolto. Era anormale la gogna mediatica di prima, il dibattito pubblico malato che genera la politica malata, il paradigma di un Paese bloccato prigioniero dei giustizialismi e dei populismi senza verità.

Non è anormale che un governo cerchi di semplificare le procedure amministrative del labirinto italiano. Era anormale la stratificazione normativa e di potere che si era creata prima e che ha soffocato per venti anni tutto e tutti. Che ha alimentato corruzione e diseguaglianze.

Non è anormale che si voglia rinforzare la pubblica amministrazione assumendo analisti informatici, esperti in gestione, rendicontazione e controllo, esperti in progettazione e tutti con elevata conoscenza di digitale e di inglese se possibile economico. Era anormale che si fosse svuotata la pubblica amministrazione centrale e locale, che la si fosse delegittimata, privata di risorse scelte con criteri meritocratici al posto del solito familismo partitocratico.

Non è anormale decidere. Non è anormale decidere, mediare, decidere. Era anormale non decidere, passare il tempo a ragionare, discutere, e posporre i problemi.

L’Italia ha bisogno di più investimenti pubblici e privati. L’Italia ha bisogno di normalità. Scelta dopo scelta, il governo Draghi porta l’Italia sulla strada di un Paese serio che fa le cose senza enfasi, che lavora facendo, non chiacchierando.

Un Paese normale.

“Fortunato il Paese che non ha bisogno di eroi”. Vita di Galileo, Bertolt Brecht. Dovremmo riflettere su queste parole. Anche su quelle di Aldo Moro: i problemi in Italia non si risolvono, si dissolvono. Invece no, qui oggi c’è la volontà di risolverli. Si vuole cambiare il paradigma malato della politica italiana di oggi, che è frutto del dibattito pubblico malato che lo ha generato. Che ovviamente non è quello di Moro che viveva in un’altra epoca.

Serve un paradigma nuovo per la gestione del Recovery Plan e per tutto. Questo cambio di paradigma è addirittura più importante dei soldi del Recovery.

Speriamo che duri. Che non sia l’illusione di un giorno. Buona domenica a tutti


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