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Il governo Draghi

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La differenza tra Draghi e Mattarella da una parte e i doppiogiochisti di Parlamento e Regioni dall’altra, è che i primi due sono sulla terra e lavorano per salvare l’Italia, gli altri vivono su Marte e litigano intorno a balle spaziali caricati dal supertalk estate-inverno della tv italiana. Hanno vita breve, questi ultimi, perché il Paese ha capito come stanno le cose

Fare dell’Italia un Paese normale non è facile, ma è una scelta obbligata. Il Capo dello Stato chiede al Parlamento di mettere ordine nella propria attività legislativa perché i decreti (ultimo Sostegni bis) non possono essere un treno su cui fare salire di tutto, ma il Parlamento esattamente come le Regioni non riesce ad abbandonare il triste palcoscenico di uno spettacolo teatrale “Tarantella Italia” sul quale si esibiscono da quasi trent’anni.

Il consiglio dei ministri riapprova di fatto per la seconda volta la riforma della giustizia all’unanimità e, sempre all’unanimità, autorizza il ricorso al voto di fiducia, pur avendo correttamente dichiarato il governo la sua disponibilità a farsi carico di aggiustamenti tecnici che possono essere di chiunque ma devono essere condivisi da tutti perché l’esecutivo Draghi è di unità nazionale.

Bene, esattamente il giorno dopo, la ministra Fabiana Dadone che ha appena approvato con la sua testolina tutto in consiglio dei ministri e lo fa per la seconda volta, prima ipotizza come se nulla fosse il ritiro della delegazione governativa dei Cinque stelle e poi in poche ore è costretta a rimangiarsi in toto la sua “minaccia”.

In compenso, ha conquistato la prima fila del palcoscenico di “Tarantella Italia”. Non sappiamo se la ministra Dadone ha parlato per conto dell’ex premier Conte, come dice qualcuno, o per conto suo, sappiamo che si è coperta di ridicolo.

Anche perché sia le “minacce” dei Cinque stelle sulla giustizia sia le “minacce” della Lega sul green pass, come è ormai chiaro a tutti, brandiscono spade di cartone che non fanno male a nessuno e non portano mai a nessuna azione conseguente.

Per la semplice ragione che non c’è alternativa al governo Draghi e perché se ci fosse qualcuno che seriamente pensasse di fare saltare il governo Draghi, gli italiani lo lincerebbero.

Diciamola tutta: anche per loro, leghisti e Cinque stelle dalla doppia personalità e capetti delle Regioni che vogliono aprire tutto e chiudere tutto dopo avere distrutto tutti insieme il Paese, si tratta di riconnettersi con il Paese reale. Che è quello degli italiani che seguono il governo Draghi e corrono a vaccinarsi in massa dopo le parole inequivoche del premier espresse, per di più, con la consueta efficacia.

Nei giorni terribili del nuovo ’29 mondiale è arrivata l’ora che il Parlamento e le Regioni, nessuna esclusa, abbandonino all’istante pratiche e abitudini della tarantella italiana. La forza politica, dico politica, di Draghi è che ieri Salvini è andato a vaccinarsi e che gli italiani di loro lo hanno fatto convintamente. Il giusto richiamo del capo dello Stato,

Sergio Mattarella, un uomo al quale gli italiani dovranno dire grazie per la lungimiranza della scelta di giocare la carta estrema Draghi dopo l’implosione di partiti e movimenti, impone alla politica di Parlamento e Regioni di cambiare immediatamente registro.

La differenza tra Draghi e Mattarella, da una parte, e i doppiogiochisti di Parlamento e Regioni, dall’altra, è che i primi due sono sulla terra e lavorano per salvare l’Italia, gli altri vivono su Marte e litigano intorno a balle spaziali caricati dal supertalk estate inverno della tv italiana. Hanno vita breve, questi ultimi, perché il Paese ha capito come stanno le cose.


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