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Il premier Mario Draghi e il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi

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Sono state immesse in ruolo con regolare concorso 75 mila persone, si sono avviati concorsi per altre 40 mila assunzioni per l’anno. Si sono portati in presenza un milione di ragazzi a fare l’esame di maturità (540 mila) e di terza media (576 mila). Questa estate è stato attuato un programma di 529 milioni di progetti per l’istruzione e sono state recuperate un milione e seicentomila ore di scuola. A fronte di tutto ciò è stato mobilitato un miliardo e 600 milioni per la riapertura delle scuole. Invece del plauso ci sono le contumelie psichiatriche di chi non si rassegna al pensiero che non è più al governo e siamo sempre lì ogni ora tra gli sproloqui dei soloni. Che pena!

Il sonno della ragione genera mostri. Sulla scuola siamo al ribaltamento della realtà. Vi spieghiamo perché.

Punto primo: da quando è arrivato il governo Draghi si sono fatte cose mai fatte prima e di questo va dato atto e merito al ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi. Sono state immesse in ruolo con regolare concorso 75 mila persone, si sono avviati concorsi per altre 40 mila assunzioni per l’anno. Le persone assunte sono state messe al loro posto.

Punto secondo. Si sono portati in presenza un milione di ragazzi a fare l’esame di maturità (540 mila) e di terza media (576 mila). Si sono fatti concorsi regolari per il personale e se ne faranno altrettanti l’anno prossimo. Si è deciso che concorsi e scrutini per tutti avverranno a cadenza regolare.

Punto terzo. Questa estate è stato attuato un programma di 529 milioni di progetti per l’istruzione e sono state recuperate un milione e seicentomila ore di scuola.

A fronte di tutto ciò è stato mobilitato un miliardo e 600 milioni per la riapertura delle scuole di cui 300 milioni per gli esami, 450 milioni per i trasporti dell’anno prossimo, 400 milioni per il personale Covid dedicato a recuperare le competenze e 350 milioni per l’acquisto di beni per la messa in sicurezza delle scuole statali e 60 milioni per le scuole private.

La scelta fatta è di studiare tutti in presenza e le regole del Piano scuola formulate dal Cts sono chiare: dove non c’è distanziamento si mette la mascherina e, quindi, si torna a scuola. È verissimo che ci sono problemi drammatici di distanza tra Nord e Sud per la scuola frutto di vent’anni di miope sperequazione nella distribuzione delle risorse, ma per volontà assoluta del ministro Bianchi si è dato al Sud (dato, cioè, speso non impegnato) il 70% delle risorse per il programma estate e destinato molto più del 50% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e di resilienza.

Questo governo, insomma, ha fatto e sta facendo. Ha riportato la scuola al centro del dibattito pubblico. Non ha perso tempo e sta chiamando tutti alle proprie responsabilità. Con il trasporto locale le Regioni non hanno più alibi: hanno il portafoglio pieno, ma a differenza del passato hanno capito che non possono solo incassare e devono garantire loro (non altri) l’80% di copertura del servizio in sicurezza. Questo governo Draghi, che è peraltro l’unico possibile, ha affrontato in pochi mesi nodi che non venivano sciolti da almeno cinquant’anni.

Invece del plauso ci sono le contumelie psichiatriche di chi non si rassegna al pensiero che non è più al governo e siamo sempre lì ogni ora tra gli sproloqui dei soloni.

Nessuno dei quali vuole mai riconoscere nulla e non fa altro che ripetere che bisogna tornare all’antico, che c’è un problema di Sud, salvo agire poi sempre loro nei loro ambiti di influenza perché nulla cambi. Peccato che questo modo gattopardesco di fare lasci a casa sempre gli stessi con il Mezzogiorno sempre in prima fila. Che vergogna! Siamo davanti a un gruppo di presunta classe dirigente che fa sempre quello di mestiere: “serve ben altro” con la variante della “pazienza che è colma” alternata ai “manifesti della reazione”.

Senza capire mai quanto sia straordinariamente importante lo spirito di unità nazionale e lo sforzo titanico per fare quello che si è fatto, non quello che si è annunciato di fare. Perché, anche qui, è un fatto che siamo all’85% dei vaccinati del personale scolastico che ha fatto la prima dose e al 76% che ha fatto anche la seconda dose con Campania al 100% e Puglia al 90%. Il commissario Figliuolo si è impegnato a vaccinare il 60% degli studenti nella fascia di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Non c’è nessun altro settore così avanti per la vaccinazione e il green pass bisogna farlo come misura di modernizzazione del Paese. È più che mai necessario riportare la gente alla sostanza delle cose.


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