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Il gasdotto Nord Stream 2

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L’Europa è stretta nella morsa tra le sanzioni alla Russia per gli attacchi all’Ucraina e la necessità di approvvigionamento di gas. Nel frattempo, i prezzi europei del gas sono saliti del 30% nei giorni scorsi. A fine dicembre si erano sollevate diverse accuse sul fatto che un ulteriore aumento dei prezzi potrebbe essere dovuto alla speculazione da parte della Russia che ha ridotto le forniture di gas verso l’Europa.

La Russia sta cercando infatti di far pressione sulla Germania per sbloccare la situazione sul nuovo gasdotto Nord Stream 2 e per poterlo fare entrare in funzione. Intanto la principale società russa Gazprom ha già ottenuto 179 milioni di sterline dalla sua principale azienda commerciale internazionale a Londra. Guardando ai conti del 2020, secondo Gazprom, le sue imprese sono ben posizionate e nelle condizioni “per trarre vantaggio dalle condizioni di mercato altamente volatili”.

La crisi dei prezzi dell’energia sta, però, avendo un impatto economico e sociale in tutta Europa. In Polonia, dove i minatori hanno organizzato uno sciopero perché ritengono che i salari non siano adeguati ai turni di lavoro straordinario che hanno portato avanti per garantire la fornitura di energia. “Per diversi mesi, a causa della crisi energetica in corso in tutta Europa, i minatori hanno fatto gli straordinari e hanno lavorato nei fine settimana, ma non ricevono la remunerazione che meritano”, ha scritto il sindacato polacco Solidarity in un comunicato.

L’aumento dei prezzi sembrerebbe nelle ultime settimane dovuto anche al ricorso alle riserve di stoccaggio di gas dopo la riduzione delle forniture da parte della Russia. Un gasdotto che normalmente consegna il gas dalla Siberia all’Europa stava inviando flussi dalla Germania alla Polonia per quindici giorni consecutivi almeno, invece di inviare il solito flusso verso ovest. “Il gas viene prelevato dagli impianti sotterranei europei di stoccaggio in Germania”, ha detto il portavoce di Gazprom Sergey Kupriyanov al canale russo NTV nei giorni scorsi. Secondo Kupriyanov non è però sensato ricorrere alle scorte nel periodo di punta della domanda invernale. Secondo il portavoce, i clienti di Gazprom in Germania e Francia hanno già esaurito i loro volumi contrattuali annuali di acquisto di gas.

Il partner principale di Gazprom in Francia è Engie, mentre in Germania Uniper, Wingas, Shell e Wintershall Dea. Gazprom, secondo quanto riportano media internazionali, sostiene che l’Europa abbia ritirato più del 45% del gas che ha inserito nello stoccaggio quest’anno.

Eppure per ovviare alla situazione e agire contro l’impennata dei prezzi, l’Ue non sembra puntare a una maggiore diversificazione di fonti energetiche. Tempo fa, in una intervista ad Euractiv, la commissaria per l’Energia, Kadri Simson, ha affermato che le importazioni di gas da Norvegia, Qatar e Stati Uniti sono sufficienti per raggiungere l’indipendenza e ha parlato della Russia come di un “partner importante” sul fronte del gas.

Le relazioni da tenere con la Russia dividono anche la coalizione di governo tedesca. Durante un incontro con il Segretario di Stato Usa a Washington, Antony Blinken, la ministra per gli Esteri, Annalena Baerbock, ha riconosciuto le chiare implicazioni geopolitiche del gasdotto Nord Stream 2. Mentre il cancelliere Olaf Scholz ritiene il gasdotto un progetto di “impresa del settore privato” che non dovrebbe essere politicizzata.
Scholz punterebbe a seguire la questione in prima persona mettendo all’angolo la ministra Baerbock che a dicembre aveva promesso dure conseguenze diplomatiche ed economiche se la Russia avesse interferito con l’Ucraina. “Abbiamo concordato, con i nostri partner europei, di prendere misure efficaci insieme all’Ue se la Russia dovesse usare l’energia come un’arma o se dovesse continuare i suoi attacchi contro l’Ucraina” ha ribadito Baerboek anche durante l’incontro a Washington. Sembra, invece, che Scholz stia cercando un “nuovo inizio” per la politica tedesca sulla Russia e potrebbe programmare un incontro con il presidente russo Vladimir Putin già a gennaio.

Inoltre, il consigliere di Scholz per la politica estera, Jens Plötner, sta già avviando degli incontri le sue controparti russe e francesi in questi giorni. Ma la Russia non è l’unica questione su cui Scholz sembra prendere le distanze dalla posizione dei Verdi, partito della ministra Baerbock. Il portavoce del governo Steffen Hebestreit ha detto alla stampa che, anche se Scholz si oppone all’inclusione dell’energia nucleare nella tassazione ambientale, la Germania non si unirà all’Austria nel fare causa alla Commissione Europea sui suoi progetti per la tassonomia


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