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Col calo a 29 anni dell’età media dei nuovi contagiati da Covid19 viene da chiedersi cosa non abbia funzionato nelle campagne di sensibilizzazione sul coronavirus, evidentemente non percepito come un pericolo dai più giovani. Lo dimostra anche lo scarso appeal di Immuni, l’app di contact tracing che avrebbe dovuto essere il pilastro della fase di convivenza col virus e invece si sta rivelando un insuccesso, in particolare fra le nuove generazioni.

Lo ha ammesso con rammarico il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, parlando – alla Stampa – di un flop dell’applicazione fra i giovani, cioè coloro che dovrebbero avere più dimestichezza con l’innovazione.

L’esponente del governo ha ricordato che Immuni resta una risorsa importante, da scaricare (e attivare). Un suo utilizzo, ha aggiunto, avrebbe potuto contribuire a ridurre l’impennata di contagi registrati durante le vacanze estive. L’auspicio espresso da Sileri – che considera Immuni vittima di un pregiudizio di fondo – è che l’app venga inserita nei protocolli operativi, come quello per il rientro a scuola. Altri sistemi, ha concluso, non sempre funzionano, citando a mo’ di esempio la registrazione dei dati con carta e penna.

I dati dei download, in effetti, certificano per ora il fallimento dell’app di tracciamento, su cui pesa la mancata adesione dei più giovani. A oggi appena il 13 per cento dei possessori di smartphone l’ha installata sul proprio dispositivo (pari a poco più di 5 milioni di persone), mentre l’obiettivo dell’esecutivo era quello di raggiungere almeno il 60 per cento della popolazione. Negli ultimi giorni, forse anche sull’onda del boom di infezioni, si è registrata una crescita di download, ben lontana, tuttavia, dai 500mila e passa portati in dote dall’effetto novità il giorno stesso del lancio dell’app.

La cui istallazione, al momento, è rimessa alla volontà del singolo cittadino. In vista della riapertura delle scuole – che sarà decisiva per valutare la tenuta del sistema a fronte di una probabile ulteriore crescita di casi – non manca, però, chi auspica l’introduzione dell’obbligatorietà. A precisa domanda, per quanto di sua competenza, la ministra dell’Istruzione Azzolina ha risposto in modo vago. L’utilizzo di Immuni, ha spiegato a Gente, «è indicato anche dal Comitato tecnico scientifico. È un ottimo strumento per tracciare i contagi e quindi per agire in maniera tempestiva e circoscritta, senza rischi per la privacy».

La sostanziale irrilevanza di Immuni non fa comunque venir meno l’attività di contact tracing, considerata decisiva nella lotta al Covid19. Anche a una maggiore capacità di aggredire il virus – cercarlo piuttosto che subirlo nei pronto soccorso – è dovuta la crescita dei nuovi positivi ad agosto. La scorsa settimana abbiamo visto salire il numero di tamponi effettuati, sino a sfiorare quota 100mila in un solo giorno.

Ma non basta per il prof. Andrea Crisanti, padre del “modello Veneto”. Il virologo ha rivelato di essere stato incaricato dal governo di redigere un piano per arrivare a testare fino a 300mila persone ogni 24 ore.

Non le 400mila auspicate dal luminare pochi giorni fa per scongiurare una nuova chiusura delle scuole, ma comunque un incremento importante. Un ulteriore punto proposto da Crisanti è quello di superare il frazionamento regionale nell’effettuazione dei tamponi per arrivare a una cabina di regia unica, gestita da Roma. Il docente ha più volte ribadito l’importanza di individuare per tempo i casi asintomatici per evitare quella veicolazione fuori controllo del virus che a marzo condusse a un sovraccarico del sistema sanitario, rendendo necessario il lockdown.

Sui test a tappeto e il coordinamento nazionale concorda il viceministro Sileri che su Facebook ha scritto: “Fare sorveglianza, oltre che fare prevenzione, significa più tamponi per limitare la diffusione del Covid. La nostra battaglia si gioca molto su un’attività di screening chirurgica, proprio per contenere eventuali focolai. Un uso intensivo dei tamponi è fondamentale e continuo a ribadirlo da mesi. Siamo arrivati a fare 100mila tamponi in un giorno e questo numero aumenterà con l’avvicinarsi della stagione autunnale”.


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