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Il nuovo terzo polo nell’ascolto della televisione ha un nome sconosciuto alla maggior parte degli utenti tv. Si chiama “Altre tv terrestri”. Ma sarebbe più esatto chiamarlo, invece, con nomi conosciuti dagli utenti: Netflix e Prime Amazon.

Altre novità del periodo 26 settembre-27 dicembre: Italia 1, in questi primi mesi della stagione televisiva rilevata da Auditel, supera Rai2 in prima serata. Le famiglie straniere non vedono meno televisione rispetto al 2020, sono le famiglie e gli individui italiani a stare meno davanti all’apparecchio tv. Senza lockdown, i giovani riprendono ad abbandonare la televisione più degli anziani e i laureati più di chi ha la licenza elementare o la media inferiore. Le regioni del Sud hanno un calo di ascolti inferiore a quelle del Nord.

Auditel registra i cambiamenti che avvengono nel consumo di televisione della società italiana e nella società stessa: nella prima parte di questa stagione televisiva le sorprese non mancano, secondo le elaborazioni di Studio Frasi sul periodo 26 settembre-27 dicembre 2021, confrontato con i due precedenti periodi omogenei del 2020 e del 2019. Nella precedente stagione, il lockdown aveva fatto crescere l’ascolto televisivo, che quest’anno cala e torna poco al di sotto dei livelli del 2019. L’ascolto totale della tv scende del 12,45% da quest’anno al 2020, con quasi un milione e mezzo di audience persa nel giorno medio, mentre rispetto al 2019, nell’era pre-Covid, il calo è del 3,9%, pari a 414mila individui in meno. Quanto ai singoli editori, tutti perdono ascolti nel 2020, tranne Dazn, che cresce dal 214% grazie alla serie A e agli eventi sportivi.

L’INNOVAZIONE FA MALE ALLA RAI

La Rai perde più di Mediaset sul 2020: la ragione principale è stata la decisione di trasmettere dal 20 ottobre i nuovi canali digitali Rai solo nel nuovo standard televisivo intermedio Mpeg4, che non può essere ricevuto dai televisori di vecchia generazione, con i quali è impossibile ricevere canali tv in HD. Da gennaio a marzo, regione per regione, toccherà a RaiNews24. Così la Rai perde oltre mezzo milione di ascolti nel giorno medio sul 2020 e 228mila sul 2019 (-6,1). Ma le reti generaliste perdono meno rispetto all’insieme dei canali Rai: si tratta del 12,1% sul 2020 e del 2,8% sul 2019. I nuovi canali Rai, invece, perdono il 22,5% dell’audience nella prima parte di questa stagione e il 19,5% rispetto al 2019.

TROPPI SCHERMI VECCHI PER LA NUOVA TV

Nelle case degli italiani, secondo il rapporto Censis-Auditel, presentato a novembre 2021, ci sono 43 milioni e 100mila apparecchi televisivi. Sono ben 27,7 milioni, più della metà, posseduti da 12 milioni di famiglie quelli che non vedrebbero la tv con il nuovo standard a regime del DVB-T2. Ma tra questi ci sono 8 milioni e 400mila apparecchi, concentrati nelle mani di tre milioni di famiglie, pari al 12,8% del totale, che non hanno i requisiti per vedere i canali in HD trasmessi solo nello standard Mpeg4. Questi 8,4 milioni di apparecchi non sono più in grado di rendere visibili i canali digitali della Rai dal 20 ottobre in poi.

Va tenuto presente che i contenuti televisivi non si vedono solo dai tradizionali apparecchi tv. Nelle case italiane, nel 2021, ci sono 119 milioni e 400mila schermi, una media di cinque a famiglia, di cui 48 milioni di smartphone e 15 milioni di Smart Tv in grado di connettersi alla Rete e guardare le applicazioni previste dal proprio televisore. Quattro milioni di individui navigano in Internet attraverso la Smart Tv ma, in particolare, 7,3 milioni di italiani guardano su internet programmi televisivi che vanno in onda contemporaneamente sulla televisione lineare trasmessa su frequenze terrestri o satellitari, mentre 4,2 milioni lo fa con lo smartphone.

ARRIVANO GLI AMERICANI

Le innovazioni tecnologiche, insomma, hanno un effetto sul consumo di televisione, causa un tasso di ricambio degli apparecchi e dei decoder troppo lento per i tempi del loro arrivo.

Uno scenario, quest’ultimo, da tenere presente quando si illustra la vera novità che si colloca negli ascolti subito dopo Rai e Mediaset. Il gruppo del Biscione perde meno ascolti della Rai sul 2020 (ma subisce un calo analogo sul 2019, pari al 6,2%) grazie ai suoi canali digitali rimasti visibili quasi tutti per tutti i televisori, tranne TgCom24. Il terzo editore della televisione italiana dietro Rai e Mediaset è rappresentato dalle “Altre tv terrestri”. All’interno di questo gruppo a fare la parte del leone sono Netflix e Prime Amazon (che vi entrano, peraltro, solo quando sono ricevuti su una SmartTv collegata alla Rete; non è compresa in questi dati la ricezione di Netflix e Amazon su smartphone, pc, tablet e altri terminali mobili).

 Le altre tv terrestri hanno un’audience, nel giorno medio, superiore a Discovery, a Sky e a La 7. È importante sottolineare la crescita sul 2019, pari al 34,7% di audience media. Si tratta dell’unico editore a incrementare gli ascolti sul 2019, oltre a Dazn e ai nuovi canali digitali di Mediaset, che vedono crescere la loro audience del 14% rispetto al periodo precedente la pandemia. 

Il consumo di contenuti televisivi, insomma, sta cambiando, si moltiplica sui vari schermi in dotazione alle famiglie, mentre nuovi attori internazionali, che investono anche su contenuti italiani, entrano prepotentemente in scena nel sistema televisivo.

PRIMA SERATA CHI PERDE. E CHI NO

Le altre tv terrestri sono il terzo editore e con i loro ascolti si collocano subito dopo Rai1 e Canale 5, sia nel giorno medio sia in prima serata, davanti a Rai3, Italia 1, Rai2, La 7 e Rete4. La prima serata dell’attuale stagione mostra il sorpasso di Italia 1 su Rai2 rispetto all’analogo periodo della stagione del Covid. La 7 mantiene il suo vantaggio rispetto a Rete4.

Le perdite subite dalle reti “minori” di Rai e Mediaset, e non solamente, rispetto alle loro ammiraglie, permettono a Rai1 e Canale 5 di aumentare la propria share (ovvero la quota percentuale sul totale dei televisori accesi) nonostante il calo che, in prima serata, è piuttosto vistoso: meno 249mila ascolti per Rai, meno 435mila per Canale 5.

Da sottolineare ancora, in prima serata, il fatto che le Altre Tv con Netflix e Amazon non perdono ascolti rispetto al 2020 (+10.123 e +1,03% di share). Tutto questo vale per tutti i televisori.  Ma «la progressiva, inevitabile, diffusione delle Smart Tv connesse alla Rete – sottolinea Francesco Siliato, partner di Studio Frasi e media data analyst – porterà nel tempo all’affermazione delle tv in streaming, gratuite o meno. Tali offerte extra attireranno sempre più i consumI degli italiani. Lo dimostrano i dati d’ascolto riferiti alle sole Smart Tv rilevate da Auditel.

 Con il 5G e l’obbligo di cambiare televisore crescerà quella tv “che fa vedere il resto”, che appare sullo schermo per prima quando si accende una SmartTv. Chi continuerà a vedere i canali tradizionali sa che si perderà “tante cose”: penso al film di Sorrentino su Netflix o agli incontri di Champion’s League in esclusiva su Amazon. Bisogna però che Netflix e Amazon si facciano misurare in quanto tali da Auditel, anche per sapere da un soggetto terzo quali dei loro contenuti sono più graditi ai diversi pubblici».

SULLE TV CONNESSE VINCONO NETFLIX E AMAZON

Nel giorno medio del periodo analizzato, dal 26 settembre al 27 dicembre 2021, infatti, secondo  Studio Frasi, nelle rilevazioni Auditel relative alle  sole tv Smart connesse, le altre tv terrestri hanno la leadership di ascolto con una share del 15,92% contro il 13,67% di Canale 5 che, sui nuovi televisori, precede Rai1(13,47%) In prima serata, però, Rai1 resta al primo posto negli ascolti delle Tv connesse, con le altre tv terrestri  al secondo, davanti a Canale 5 e Rai3 mentre Rai2 è preceduta non solo da Italia1, come è accaduto su tutte le televisioni, ma anche da La 7. Il prossimo futuro dell’ascolto televisivo è in qualche modo prefigurato da quanto accade nell’universo delle tv connesse, salvo modifiche all’assetto del sistema e accordi tra le compagnie televisive.

MENO DONNE, GIOVANI E LAUREATI DAVANTI ALLA TV

Ma quali pubblici hanno lasciato di più la tv rispetto al 2020 e quali le sono rimasti più fedeli? E in quali regioni? Le donne sono il 55,89% del pubblico, i maschi il 44,11% e nel giorno medio il 13,3% delle donne e l’11,65% degli uomini hanno visto meno televisione rispetto al 2020. Quanto alle età, il consumo di tv scende maggiormente nella fascia tra i 20 e i 24 anni (-28,69%) e quella tra 25 e 34 anni (-24,28%): fasce di età dove ci sono meno fan della televisione rispetto alle fasce di età anziane rispetto alla composizione della popolazione. Non a caso, tra i 70 e i 74 anni il calo del consumo di tv si riduce al 5,9% e oltre i 75 anni all’1,78%. Gli anziani restano i più fedeli telespettatori, Quanto al titolo di studio, l’ascolto sul 2020, curiosamente, cala maggiormente sia tra i laureati e sia tra chi non ha alcun titolo di studio.

L’ascolto cala di più tra le Regioni del Nord. La Liguria perde il 16,5% sul 2020, la Lombardia il 16,1%, il Trentino Alto Adige il 26%. Al Sud il calo del consumo televisivo è consistente solo in Puglia (-13,28%) ma è del 5,44% in Basilicata, del 9,85% in Calabria, del 6,79% in Sicilia. In Campania la perdita di ascolti è del 10,1%.

La lingua ha un suo “peso” nel determinare l’abbandono della televisione nazionale? Al contrario; le famiglie straniere, le famiglie miste e gli individui stranieri vanno controcorrente: hanno visto più televisione nel 2021 che nell’anno del Covid. Vistoso, invece, il calo nelle famiglie e negli individui italiani, superiore al 14% in entrambi i casi. I contenuti televisivi si continuano a vedere, ma spesso su altri schermi.


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