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Luca Zaia e Matteo Salvini

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Che Luca Zaia sia rieletto (per la terza volta) alla presidenza del Veneto, ormai lo sanno pure i sassi. E anche che il governatore uscente si avvii ad essere premiato con una valanga di consensi personali. “Il Quotidiano del Sud” ha più volte scritto che la vera partita, in Veneto, è quella tra Zaia e il segretario Matteo Salvini, perchè i due galli nel pollaio leghista hanno liste differenti. La Lega, infatti, nel raggruppamento di centrodestra (con Forza Italia e Fratelli d’Italia), presenta tre liste: “Lega Salvini” è quella che fa riferimento al Capitano, “Zaia Presidente” è quella personale del candidato, mentre Lista Autonomia Veneta raccoglie una serie di amministratori locali.

Ebbene, non solo verrà eletto, ma Zaia supererà di gran lunga il segretario, il quale non a caso (come abbiamo scritto alcuni giorni fa) ha incaricato il commissario regionale Lorenzo Fontana di spedire una lettera agli oltre quattrocento segretari di sezione per raccomandare loro di far appoggiare la lista Lega-Salvini, non quella di Zaia. Un modo per limitare i danni, evitare figuracce, confutare in termini numerici l’onda crescente di Zaia e quella calante di Salvini.

Ma adesso il segretario deve cominciare a preoccuparsi seriamente. Anche perchè uno Zaia troppo potente potrebbe ambire a scalzarlo dalla poltrona di segretario nazionale (anche se il prudente governatore non lo farà mai) o perlomeno a creare all’interno del partito un secondo polo, di una Lega non solo sovranista che guarda a tutta l’Italia, ma radicata nelle terre del Nord, dove è nata. Nello stesso giorno “Il Gazzettino”, quotidiano del Nordest, e il “Corriere della Sera” hanno pubblicato ieri due differenti sondaggi elettorali. I numeri sono decisamente choccanti per Salvini, che rischia di raggiungere solo un terzo dei consensi di Zaia.

Cominciamo dalle stime di voto elaborate da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est e pubblicate dal “Gazzettino”. La Lista Zaia è data al 44 per cento, la Lega di Salvini al 14 per cento. Fosse davvero così, sarebbe un trionfo per l’amministratore veneto che vive nel Trevigiano e un terremoto in casa leghista. Sono soltanto 3 su 100 i veneti che non sanno chi sia Zaia. E questa è già un’ottima base per il successo, visto che il professore Arturo Lorenzoni, esponente del centrosinistra, è conosciuto solo dal 30 per cento degli elettori. Poi le proiezioni Demos ci dicono che Zaia (con il centrodestra) avrebbe complessivamente il 76 per cento dei consensi, Lorenzoni solo il 14 per cento. Agli altri candidati (Cinquestelle, Italia Viva, autonomisti…) non rimarrebbe che il 10 per cento da spartirsi. Un successo schiacciante per il leghista.

Anche perchè il partito personale del presidente stimato al 44 per cento arriverebbe praticamente a doppiare il 23 per cento del 2015. E addirittura sopravanzerebbe di quasi tre volte il 14 per cento della Lega che ha stampigliato sul simbolo il nome del segretario Salvini (e che perderebbe circa il 4 per cento dei consensi rispetto alle Regionali del 2015). La terza gamba leghista arriverebbe appena al 4 per cento.

Gli alleati di centrodestra dovrebbero accontentarsi di un 9 per cento dei Fratelli d’Italia (6 per cento in più rispetto a cinque anni fa, 2 per cento rispetto alle Europee), e di un 4 per cento di Forza Italia (che nel 2015 era al 6 per cento).

Marcata, ma più modesta, appare invece la differenza in base al sondaggio che Ipsos ha realizzato per “Il Corriere della Sera”. Il dato complessivo non è molto diverso, visto che il consenso per Zaia è stimato nel 74 per cento. Ma la sua lista supererebbe la Lega soltanto di 11 punti. La valutazione positiva sull’operato di Zaia come governatore uscente, invece, raggiungerebbe il 76 per cento, pescando trasversalmente un po’ in tutto l’elettorato, ma con la quasi totalità tra gli elettori del centrodestra. Secondo Ipsos, il candidato del centrosinistra, Lorenzoni, arriverebbe invece al 16,3 per cento, mentre Enrico Cappelletti dei Cinquestelle sfiorerebbe al ribasso il 5 per cento. La dinamica interna alal Lega, vede la lista Zaia Presidente accreditata di un 34,5 per cento, mentre quella di Salvini sarebbe al 23,5 per cento. Una forbice di 11 punti, comunque capace di marcare una gerarchia inversa all’interno della Lega, dove Salvini comanda il partito e Zaia fa solo il governatore di una Regione seppur importante come il Veneto.

Se si verificano questi risultati, cosa accadrà nella Lega? Nulla nell’immediato, visto che Salvini ha costruito un partito a sua immagine e somiglianza e lo ha consolidato negli anni. Si tratta di vedere se i risultati delle elezioni nelle altre Regioni consolideranno la linea leghista e del centrodestra, che appaiono nettamente in vantaggio in Liguria e nelle Marche, mentre sono costrette all’inseguimento in Campania e se la giocano in Toscana e, soprattutto, in Puglia.

E il centrosinistra in Veneto, già sotto chock per i sondaggi, deve registrare il tampone che ha dichiarato positivo al Covid il candidato Arturo Lorenzoni. L’annuncio ieri pomeriggio. Dovrà restare in casa e tutte le persone che lo hanno incontrato negli ultimi cinque giorni dovranno sottoporsi al test.


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