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Matte Salvini

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Il quadro clinico di Silvio Berlusconi è “in miglioramento” dicono i medici, ma se per il Cavaliere ci sono buone speranze, con una “ripresa immunitaria robusta”, ora c’è la figlia primogenita, Marina sotto osservazione: è risultata positiva al Covid-19.
Dopo una serie di tamponi negativi, l’ultimo ha dato un risultato diverso.
Dicono che stia bene e che lavori normalmente al telefono, espletando i compiti di presidente di Fininvest e di Mondadori. Lei si è isolata nella casa milanese: Fonti vicine alla famiglia fanno sapere che le condizioni del marito e dei due figli minorenni, sono buone. Oltre a Marina, altri due figli di Berlusconi, Barbara e Luigi, avuti dall’unione con Veronica Lario, sono risultati positivi al tampone e si trovano attualmente in isolamento domiciliare.

STRISCIONI PER SILVIO
Sembrano stabili le condizioni del leader di Forza Italia, ricoverato al San Raffaele, per una polmonite bilaterale causata dal coronavirus. Il bollettino diramato dall’ospedale San Raffaele di Milano, firmato dal professor Alberto Zangrillo, afferma che la quarta giornata del ricovero appare con un quadro clinico “in miglioramento” ed è coerente “con l’evidenza ematochimica e la ripresa di una robusta risposta immunitaria specifica, associata a riduzione degli indici di flogosi “. Di fronte all’ospedale sono comparsi degli striscioni, opera di giovani in cui si incita alla resistenza: “Forza Silvio, per vincere”.
Intanto, nel Pd c’è fermento, sia perché Nicola Zingaretti ha invitato a votare per il sì al referendum (cosa attesa, per cui scontata) sia perché questa sera alla festa dell’Unità in corso a Modena arriverà, direttamente da Beirut, Giuseppe Conte. Si ritiene che questa sia la nuova strategia del premier per blandire il partito Democratico nella fase calda del prossimo autunno. Ma non si esclude che, malgrado le continue smentite, il presidente Conte possa far nascere un partito. Secondo osservatori, la smentita è rinforzata da alcune indiscrezioni secondo le quali lui “non fa il partito, perché sono altri che glielo faranno”. E l’annuncio verrebbe fatto in occasione delle giornate politiche di Saint Vincent, che avranno luogo in ottobre.
Luigi Di Maio smentisce di essere in corsa per la guida del movimento 5 Stelle. Non si sa se è pura strategia, oppure se davvero si sia stancato di stare al vertice.

DI MAIO E LA LEADERSHIP

“Non sto pensando di tornare a fare il capo politico del M5S”. “Quando parlo di leadership parlo del fatto che il movimento si deve strutturare e organizzare. Vito Crimi sta facendo l’impossibile ma forse è arrivato il momento di eleggere una leadership forte”. La direzione del Pd è stata conclusa da Zingaretti che ancora una volta ha reiterato il Mes attraverso il quale si ricostruirà “un’Italia nuova”. “E’ una linea di finanziamento per la sanità che ci fa risparmiare miliardi di euro ed esso serve al sistema sanitario”.
Ma poi ha fatto considerazioni politiche, dichiarando che il “centro sinistra ha salvato l’Italia. Abbiamo conquistato miliardi di euro per la nostra economia, per le imprese: ora bisogna spenderli bene, in fretta, veloci, con programmi concreti. Il Pd sarà il garante di questa grande opportunità per l’Italia. Non dobbiamo restaurare l’Italia, ma farne una più giusta, competitiva”. Ha spiegato che al referendum il Pd si schiera per il sì, per far ripartire una stagione di riforme, sempre bloccata nella storia d’Italia”. Se invece vincesse il no, “ci sarebbero problemi, ma non sono convinto che cadrebbe il governo”.
Ha condiviso la proposta di Luciano Violante di “accompagnare la campagna per il sì al referendum con una raccolta di firme per il bicameralismo differenziato”.
Poi ha polemizzato con Matteo Salvini il quale ha ipotizzato un “7 a 0 a favore del centrodestra”. La risposta secca è “se lo sognano”. Quanto al rapporto con gli alleati 5 Stelle, è stato fulmineo: “Se la situazione peggiora è inutile l’impegno del Pd al governo”. Aggiungendo subito dopo: “Non credo che siamo in questa situazione”. Ma l’affermazione che diventa un rompicapo politico è stata fatta da Salvini che ha escluso che l’esito delle regionali possa avere ripercussioni sul governo. “Il voto locale non c’entra con l’esecutivo”. Diplomazia in campagna elettorale oppure l’inizio di una nuova strategia?


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