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Antonio Tajani

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Le reazioni non si sono ancora fatte sentire, nella sera carica di tensione tra viale Astronomia e Palazzo Chigi. Non durerà per molto, perché il premier Conte ha deciso uno stop ai licenziamenti fino a marzo e che la cassa Covid sarà gratuita per i datori di lavoro. Al vertice con i sindacati, Conte ha portato questa novità che richiede, ha detto, “uno sforzo finanziario ulteriore”, ma intende “dare un messaggio a tutto il mondo lavorativo di certezza e sicurezza”.

Lo stesso segnale ha voluto inviarlo al mondo della scuola per evitare una paralisi, convocando i capi delegazione di maggioranza. Ancora una volta c’è stata una impasse per non chiudere le scuole elementari e medie.

Il vertice è servito ad affrontare una situazione che con il passare delle ore, peggiora e non si arresta. Perché si sta passando dallo scenario 3 al 4 che prevede tra le misure il lockdown (che potrebbe iniziare dal 9 novembre). Ben 11 regioni sono da considerarsi a rischio elevato di una trasmissione non controllata.

Le misure, di cui si parla, sono quelle che avvicinano l’Italia alle decisioni della Francia. Una stretta che coinvolge alcune attività commerciali, i ristoratori ed eventuali limiti alla mobilità regionale.

La richiesta di misure urgenti “per salvaguardare il presente e soprattutto il futuro” arriva dal Quirinale. In occasione della giornata mondiale del Risparmio, il presidente Mattarella afferma che il risparmio “tradizionale patrimonio del nostro Paese può concorrere alla ripartenza”.

Ma sottolinea che la “grave situazione economica e le preoccupazioni per la diffusione dei contagi hanno indotto un sensibile aumento del tasso di risparmio di famiglie e imprese”. Ed ha fatto appello ad utilizzare queste risorse “per contribuire e sostenere una rapida ripresa di consumi e investimenti”.

Ed ha insistito su un concetto: “È indispensabile creare le condizioni utili a ristabilire un clima di fiducia”. Non ci sono riferimenti particolari, ma sembra chiaro che il Capo dello Stato abbia voluto mandare un messaggio ai politici che non hanno seguito la sua richiesta di maggiore dialogo tra maggioranza e opposizione. Ha elogiato le scelte operate dall’Europa e dall’Italia che “hanno prevenuto rischi di instabilità del sistema finanziario, limitato i danni economici ed avviato innovativi strumenti comuni”.

La richiesta di collaborazione tra centrodestra e maggioranza riceve, tuttavia, una forte disponibilità da Antonio Tajani (LEGGI), il quale propone: “Se il governo vuole collaborare, cominci dal Bilancio. Mettiamoci attorno a un tavolo e adesso, che siamo in sessione bilancio, scriviamo insieme la legge”. E rivendica per il partito di Berlusconi la capacità di ascolto totale. “Noi più che dare la nostra disponibilità per il bene del Paese, abbassare i toni, avvertire del pericolo, rispetto alle rivolte sociali che possono esplodere, ascoltare le categorie, che altro dobbiamo fare?”.

Ma Tajani boccia anche l’ipotesi di un governo di unità nazionale. “Non ci interessa un nuovo governo. Non è questo il punto. Sarebbe necessaria semmai, una vera condivisione dei provvedimenti da prendere per salvare il Paese”. Tajani segnala “che la situazione sta precipitando e che occorre decidere le priorità per il Paese, la destinazione dei fondi, gli aiuti da accordare, come utilizzare le risorse”.

“Si può pensare a un doppio relatore, di maggioranza e opposizione, per condividere scelte e responsabilità in un momento tanto grave”.

A riprova che le distanze tra maggioranza e centrodestra sono sempre più forti, c’è uno scontro tra Matteo Salvini e la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese circa la responsabilità per il tunisino sbarcato a Lampedusa, che poi ha compiuto l’attentato di Nizza. La ministra ha risposto alle accuse dicendo che i “decreti sicurezza hanno creato insicurezza”. Ed ha spiegato che “il killer non era mai stato segnalato dalla Tunisia né dall’Intelligence”.

Salvini ha risposto: “Surreale che per Lamorgese il governo non abbia nessuna responsabilità e che sia colpa di Salvini, ognuno dovrebbe rispondere di quello che fa e che non fa”. Intanto Renzi sembra volere accelerare la crisi, spingendo per il rimpasto. Ma è fuori tempo massimo.


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