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Adolfo Celi e Gastone Moschin nella celebre scena di Birillo

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La variante Birillo incombe su Giuseppe Conte. Da Machiavelli a Monicelli, il passo è breve. Altro che il Duca Valentino descritto ne “Il Principe” da messer Niccolò.

Il professor dottor Alfeo Sassaroli s’impone nei troppo lunghi giorni della crisi del Conte Bis. Giusto il capo della clinica in collina interpretato dall’inarrivabile Adolfo Celi quando capovolge – genio di cinismo qual è – le sorti amorose del Rambaldo Melandri, l’architetto innamorato.

Una catena d’affetti, appunto, non si può spezzare. E Matteo Renzi che è toscano, infatti, segue il metodo Amici Miei, il magnifico film di Mario Monicelli.

Come il professor Sassaroli con gli sfasciafamiglia, così Renzi – che è uno sfasciagoverni – ripaga i suoi alleati con la stessa moneta: “È tutta una catena di affetti”, dice Sassaroli a Melandri, “che né io né lei possiamo spezzare; lei ama mia moglie, mia moglie è affezionatissima a Birillo, Birillo adora le bambine, le bambine sono attaccatissime alla governante…”.

Il punto è un contrappunto: Renzi concupisce il governo giallorosso e Conte è affezionatissimo al suo posto di presidente del Consiglio. Ma cancellando, come ha fatto sapere, il reddito di cittadinanza, Renzi cancella tutta la politica sociale del M5S, mette mano quindi al Recovery, impone il Mes e – nel mentre – mette alla porta Gualtieri, anche se sa suonare Bella Ciao con la chitarra.

Toglie i banchi a rotelle, Renzi, e non può che licenziare la preside Azzolina. E con la ministra della scuola, licenzia anche il super commissario Mimmo Arcuri che se li pensò questi strambi arredi scolastici e – di conseguenza – dismette le sue Primule vaccinali.

Renzi, manco a dirlo, chiede la testa di Fefè Bonafede, il ministro della giustizia e fa cadere – ebbene sì – quella di Giuseppe Conte, il prof strappato alla cattedra indicato a suo tempo proprio dal suddetto Bonafede nel ruolo di asso-piglia-tutto.

Senza dimenticare Rocco Casalino. Che cade anche lui. Inesorabilmente.

Chi si prende Renzi in casa, insomma, deve prendersi tutto il blocco di conseguenze.

Come Birillo, il cane del professor Sassaroli: un enorme quadrupede che mangia un chilo di macinato al giorno, più un chilo e mezzo di riso e fa pipì alle cinque del mattino.

Senza dimenticare la governante tedesca al seguito. Due anni di contratto, quattordici mensilità. Severissima.

Praticamente la Trojka.


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