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Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte

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C’è stata anche la Cgil a formulare un invito, “Sostenete il governo che si sta formando con Draghi”. Ed è certamente un passo politico importante. Il lavoro che viene a mancare, spinge il Nord ed i governisti a dire sì a un governo presieduto dall’ex presidente della Bce.

Alle 19 si sono incontrate le delegazioni del Pd e dei 5Stelle, nonché Liberi e uguali. Zingaretti punta a saldare gli ultimi pezzi di un’alleanza che vacilla sotto il fuoco amico dei renziani. Ma anche coloro che hanno portato Draghi sul fronte sono stati fatti salire sul banco degli imputati. Il leader Pd incalza: “Non bisogna perdere le forze e la potenzialità di un’alleanza con il movimento 5Stelle e Leu”.

Pur giocando di rimessa, Zingaretti sprona “Si apre una fase nuova”. Il ministro dell’Economia, Gualtieri, ha scritto un tweet a sostegno di Draghi. “In questo momento bisogna creare le condizioni perché Mario Draghi possa sciogliere positivamente la sua riserva”.

Anche tra i 5Stelle c’è stato disorientamento e incertezza Si è consolidata un’area del dissenso che manda un chiaro no a Draghi mentre avanza la proposta di votare, entro pochi giorni, sulla piattaforma Rousseau.

Quando esce dallo studio di Mattarella, un’ora dopo avere ricevuto l’incarico con riserva, Mario Draghi cammina svelto. Indossa una giacca blu, molto stretta in vita, sopportando il fresco della mattinata. Quindi si avvicina ai microfoni e scandisce le parole, una ad una. Dice subito che è un momento “difficile”, dopo aver ringraziato il presidente Mattarella. Ed elenca un breve programma di governo. “Le sfide con cui mi confronterò sono vincere la pandemia, la campagna vaccinale, rilanciare il Paese”. Ricorda che ci sono le risorse straordinarie grazie all’Unione europea, per cui “abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”.

Un discorso che piace molto, Bruno Tabacci dirà di essere stato emozionato dopo averlo ascoltato. Draghi al termine delle consultazioni scioglierà la riserva. Ancora non ci sono reazioni forti, come più tardi farà sentire Giorgia Meloni, convinta che la strada delle urne sia l’unica da imboccare.

Arriva dall’inizio delle contrattazioni, l’euforia dei mercati, il rialzo a Milano è anche più del 3%. L’impennata di piazza Affari si fa sentire sull’obbligazionario mentre lo spread è in calo verso quota 100. Ma comincia anche il totoministri. Si fanno i nomi di Fabio Panetta, ma grava su di esso il legame con la Bce, per cui si nutrono dubbi che possa lasciare la banca centrale di Francoforte. Poi è una sfilza di cognomi, dall’ex ministro Siniscalco, alla professoressa Severino, da Elisabetta Belloni a Graziano Delrio, ora capogruppo del Pd alla Camera, fino a Mara Carfagna, vicepresidente della Camera. E ancora: Carlo Cottarelli, la virologa televisiva, Ilaria Capua, fino a Marta Cartabia, già presidente della Consulta.

Il faccia a faccia con Giuseppe Conte sigla un patto di consegne che segna una liturgia classica tra i vertici delle istituzioni. Da oggi pomeriggio cominceranno anche le consultazioni al Quirinale, ma un calendario non è stato possibile farlo per la rapidità dei trasferimenti di Draghi. Il quale, dopo essere salito a salutare la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha avuto un lungo faccia a faccia con l’ex premier Giuseppe Conte.

Ma fino a quel momento non si è alzata una voce di dissenso, se non quella di Giorgia Meloni. Il centrodestra, peraltro è schierato con Tajani a dire sì al banchiere. Tajani è pratico: «Valuteremo i contenuti di Draghi poi decideremo cosa fare». Salvini ripete che la via maestra sono le elezioni, “ma ascolteremo Draghi”. “Siamo persone educate – ha affermato il leader leghista -siamo realisti, ma sappiamo che il Paese ha bisogno di risposte ed il Parlamento non può stare fermo dei mesi”.
L’impressione che le prime diffidenze tra mondo politico e Draghi siano state positivamente superate. La conferma arriva dalle varie dichiarazioni dei leader, tutte improntate alla sobrietà. Ma nel Pd una delle poche voci oltre a Zingaretti è quella di Dario Franceschini. “Faccio appello ai 5 Stelle, sostenete Draghi con noi”. La stessa sobrietà che ricalca Matteo Renzi che dopo mesi di colpi bassi spiega che è il momento dei Costruttori.


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