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Mario Draghi

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Le urla di Beppe Grillo, durante un’assemblea dei vertici pentastellati, al quinto piano di via degli Uffici del Vicario, danno una scossa all’ultima giornata di consultazioni, della prima fase. A cominciare da lunedì con le parti sociali, ce ne sarà un’altra prima di chiudere questa fase.

Il totoministri ancora tace, ma il presidente del Consiglio incaricato a più di un interlocutore chiede “fiducia in me e nel mio operato”. Secondo un’ipotesi di lavoro, anche se non certificata da Draghi, il team di governo potrebbe essere formato da 8 tecnici e 12 politici. Secondo una distribuzione del peso dei partiti, i dicasteri verrebbero così suddivisi: tre ai 5Stelle, 2 per ciascuno a Partito Democratico, Forza Italia e Lega, uno per Italia Viva e Leu, uno per i gruppi minori.

Sull’argomento però vige il più fermo silenzio, nessuno intende approfondire un tema che, quando emergerà, costituirà un oggetto di nuovi liti. Inoltre, qualcuno sostiene che Giancarlo Giorgetti avrà un posto di favore. Come per iniettare una goccia di tranquillità nel corpo dei due partiti, Lega e 5Stelle che, a sorpresa, hanno dato il loro assenso all’operazione Draghi.

Davanti al professore, il leader leghista ha messo i numeri della Lega, 131 deputati, 63 senatori, mille sindaci, più governatori delle Regioni, eurodeputati. Un esercito che dispiegherà tutte le sue forze secondo la dottrina Giorgetti.

Dicono che le mire del Carroccio siano di intestarsi un ruolo di primo piano nella distribuzione dei 209 miliardi del piano Marshall del secolo. Ma ieri mattina, con le delegazioni di 5Stelle e Lega che hanno compiuto l’ultimo giro, chi transitava in via degli Uffici del Vicario poteva distintamente ascoltare quelle urla provenienti dal quinto piano di un ufficio della Camera. Urla di incitamento o di cattiveria? Si protende per quest’ultima ipotesi. Lega e 5 Stelle sono uniti dagli stessi problemi di crescita e di sviluppo, parola, quest’ultima molto usata nel lessico parlamentare.

In ogni caso, sia Salvini che i 5Stelle hanno svoltato, imprimendo un’accelerazione alle loro aspirazioni e alla trasformazione dei loro progetti. E’ chiaro che si sta costruendo una grande coalizione. Ed è per questo che su Salvini ed il suo futuro sono puntati gli occhi dell’Europa e del mondo occidentale. Per ora ci sono le promesse che lo scenario è cambiato.

«Non poniamo veti – ha assicurato (LEGGI) – questo può essere un momento storico per l’Italia. Come prima forza politica del Paese siamo a disposizione. La nostra idea dell’Italia coincide». Parole che fino a qualche tempo fa erano impronunciabili nel sillabario leghista. Che ci sia stata una conversione è altrettanto sicuro. Ma chi teme che il tam tam batta solo sui soliti tasti (come immigrazione) dovrà ricredersi. Perché quei temi con cui è nata la Lega sono stati e verranno accantonati.

La metamorfosi che caratterizza in questo momento storico la Lega, ha fatto breccia anche tra i 5 Stelle. Un Beppe Grillo che arriva a Roma per dare la carica ai suoi (usiamo le espressioni più tenere), rimanendo alla guida dei 5 stelle (ma presto lascerà il posto a Giuseppe Conte) è l’altra faccia della cartolina. Poco prima di entrare all’incontro con il premier incaricato, Grillo ha dato il benvenuto a Draghi “è la soluzione migliore per questo Paese costretto tra crisi sanitaria e crisi economica.

Siamo sull’orlo del baratro. Dobbiamo portare i nostri temi al tavolo di questo governo, dobbiamo vigilare sui soldi del Recovery Fund”. Avrebbe ricevuto garanzia sul Reddito di cittadinanza. Malgrado ciò la scissione non è del tutto evitata, ma non in una dimensione preoccupante.

Grillo ha pure pubblicato un post con i punti programmatici che intende portare al tavolo. Le priorità ruotano attorno ai temi principali per i 5 stelle, la tutela dell’ambiente. Grande attenzione anche alla disoccupazione giovanile e alle iniziative europee. Tutto in 10 punti, dalla transazione ecologica allo sviluppo sostenibile. Il post si chiude rievocando Radio Londra che, ha poi spiegato ai suoi, è simbolo della Resistenza. Come le parole ripetute : “Le fragole sono mature, le fragole sono mature”. Ma Vito Crimi ha ripetuto quello che è diventato uno slogan: “Se ci sarà nuovo governo, ci saremo con lealtà”.


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