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Mara Carfagna

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Che i destini del Mezzogiorno un giorno si sarebbero incrociati in modo così diretto con quelli di Mara Carfagna, neo ministro per il Sud e la coesione sociale, forse era scritto da qualche parte. Una donna del Sud, conservatrice, moderata e liberale, tre aggettivi che lei indossa perfettamente.

Al suo ingresso a Montecitorio, a 31 anni, era stata accolta con una overdose di scetticismo. Due le “colpe”: la prima aver avuto nella sua precedente vita una breve carriera di modella, valletta e conduttrice televisiva.

La seconda, più tendenziosa, di far parte del cerchio magico di Berlusconi con tutto il corollario che ne consegue. Scrollarseli di dosso, sia il primo che il secondo ed essersi guadagnata il rispetto e la stima dei suoi colleghi, anche degli avversari, resta il più grande merito della Carfagna, attuale vice presidente della Camera.

Prima ancora di sfilare in passerella Mara si era laureata in Giurisprudenza. Prima ancora aveva conseguito il diploma di ballo al Teatro San Carlo frequentando una scuola di formazione a New York. Eppure, nonostante il curriculum, non è stato facile destreggiarsi tra i i pregiudizi. Per gli avversari politici e per chi non la conosceva è rimasta “una dell’harem politico di Berlusconi”.

Un modo affatto elegante per svalutare il “nemico”. C’è voluto tempo, impegno e carattere, per rovesciare quel luogo comune che purtroppo spesso accompagna non solo lei ma qualsiasi donna che oltre a dimostrare impegno e capacità risulti anche attraente. Con tutto il corredo di toccatine di gomito, risatine, ammiccamenti, sottintesi che si è costretti a subire e verso i quali la Carfagna ha sempre mostrato indifferenza e fastidio. E che pure, in un certo senso, avrebbe finito per orientare il suo impegno politico e le sue scelte civiche.

Mara, 45 anni, coniugata ad un Mezzaroma, discendente da una nota famiglia di costruttori, si è avvicinata a Forza Italia nel 2004, quando il partito viaggiava a vele spiegate ma con il baricentro fisso a Cologno Monzese. Il Cav duellava con Prodi mentre lei, l’anno dopo, diventava, lontana da Roma, coordinatrice regionale di Azzurro Donna Campania.

Carica che poi avrebbe ricoperto dal 2007 a livello nazionale quando fu chiamata a far parte del gruppo dirigente dal rettore di Arcore, che in lei aveva subito indovinato il talento, all’organizzazione femminile del partito. Per lei, nata a Salerno, la vita non è stata sempre in discesa. L’essere stata una show-girl, con tanto di partecipazione alle finali di Miss Italia, le ha complicato non poco l’esistenza.

E a dirla tutta anche il Cav per una frase che un giorno ebbe a dire, “se non fossi già sposato la sposerei” che scatenò un putiferio. Detta da qualunque altro sarebbe passata inosservata.

Il 2008 è l’anno in cui la Carfagna diventa per la prima volta ministro.

Il suo dicastero la dice lunga sulla vocazione che ha contraddistinto finora le sue scelte: ministero delle Pari opportunità. Si batte contro l’omofobia, sottoscrive la campagna Onu contro la violenza sulle donne coinvolgendo personaggi della cultura e dello spettacolo e al quale segue il disegno di legge sullo stalking, primo firmatario la Carfagna.

Entra spesso in contrasto con Vladimir Luxuria ma da posizioni conservatrici porta avanti battaglie e occupa spazi tradizionalmente patrimonio della sinistra dimostrando grande autonomia anche dal suo mentore, Berlusconi. Ed è appunto questo che i suoi pochi detrattori non le hanno mai perdonato.


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